giovedì 3 agosto 2023
Gli ultimi ori mondiali di Volpi e Mariani confermano la città marchigiana fucina di grandi talenti. L’ex azzurra Trillini: «Qui alleniamo i giovani a crederci sempre»
Il Club Scherma di Jesi, tempio della scherma italiana, tra i più prestigiosi al mondo

Il Club Scherma di Jesi, tempio della scherma italiana, tra i più prestigiosi al mondo

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L’incontrovertibile eloquenza dei numeri: più ori olimpici dell’India (circa 1,4 miliardi di persone) e del Messico (il 10º Stato più popoloso del mondo), il doppio delle medaglie del Cile (con la capitale Santiago che, da sola, conta 6 milioni di abitanti) e della Thailandia (microcontinente del sud-est asiatico) ... Così Davide, a fil di lama stavolta, travolge ancora Golia: e così il celebre Club Scherma Jesi potrebbe, con i trofei accumulati, occupare tranquillamente un posto d’onore come nazione sovrana nello storico medagliere Olimpico internazionale. Grazie a 14 medaglie d’oro, 4 medaglie d’argento ed 8 medaglie di bronzo (esposte e conservate con cura maniacale dal “mitico custode” Dario Pacenti, nella sede di Via Siro Solazzi). Il Club, come ci viene sottolineato a più riprese, con giustificato orgoglio, nel corso delle conversazioni con alcuni protagonisti di questo autentico miracolo italiano, è letteralmente sul tetto del mondo dal 1947. Annus mirabilis nel quale il maestro Ezio Triccoli, sergente maggiore, nel 26° reggimento di artiglieria divisionale Pavia, decise di fondarlo. La storia narra che Triccoli, arrivato nel “continente nero” nel maggio del ‘41, venne fatto prigioniero in una battaglia contro le truppe britanniche, ai confini con l’Egitto, e poi deportato in Sudafrica, a Zonderwater. Proprio in quello che viene tristemente ricordato come il più grande campo di prigionieri, costruito dagli Alleati durante la Seconda guerra mondia-le, apprese i primi rudimenti della scherma da un sottufficiale inglese. Rientrato in Italia, Triccoli sfruttò l’esperienza africana per fondare quello che oggi è diventato un vero e proprio tempio della scherma mondiale, in un comune che veleggia attorno ai 40 mila abitanti.

La quattro volte campionessa olimpica Giovanna Trillini, ricorda con commozione il suo antico mentore, già nelle primissime battute della nostra intervista. «Ancora oggi, le idee del maestro Triccoli rappresentano il manifesto della nostra palestra. Era un innovatore, un’avanguardista, gli dobbiamo tutti moltissimo». Il perfetto magistero di Triccoli, però, passa anche attraverso, forse soprattutto, l’educazione e la formazione dei ragazzi, anche quando si trovano lontano dalle pedane. Il presidente del club Maurizio Dellabella, infatti, sottolinea che per lui ed il suo staff: « La scherma, ancor prima che uno sport, è una fucina di valori e un’occasione continua di crescita individuale e sociale». Percezione questa che ci viene confermata anche da Francesco Ingargiola, schermitore osimano delle Fiamme Oro, classe ’ 96, entrato nella palestra di Jesi a soli 12 anni, fresca medaglia d’argento nel Grand Prix di Pechino (valevole anche per la Qualifica Olimpica a livello individuale per Parigi 2024). « Il motto del club è: “ori e valori” e credo che sintetizzi perfettamente la filosofia della palestra. È testimonianza di questo il clima quasi familiare che si respira in palestra durante gli allena-menti e non solo». Gli splendidi ori mondiali, conquistati a Milano, rispettivamente da Alice Volpi e Tommaso Mariani, non possono essere considerati casuali. Entrambi sono parte integrante del Club Scherma Jesi, entrambi sotto l’attenta egida tecnica di Stefano Cerioni che, nell’immediato post gara, con quella caparbietà e modestia che, da queste parti, è pratica quotidiana, ha ribadito che: « La testa è già verso il prossimo obiettivo».

Certo; non esiste una pozione segreta, né tantomeno una formula magica, in grado di trasformare una palestra, neppure troppo grande, incastonata nella piana dell’Esino, in un’eccellenza a livello mondiale. Ma un tic dialettico ricorre costantemente nelle dichiarazioni e negli aneddoti che arrivano dalla palestra di Via Siro Sollazzi: non aspirare ad altro che all’eccellenza. Giovanna Trillini, forte di due ori olimpici (nella prova individuale e quella a squadre) conquistati a soli 22 anni alle Olimpiadi di Barcellona 92’ racconta: «Credo che una delle imprese sportive della nostra palestra sia stata quella di riconfermarsi a certi livelli con una straordinaria continuità. Non può mai mancare la voglia di migliorarsi, nonostante i risultati già ottenuti, senza mai farsi scoraggiare dai risultati negativi che arrivano nel percorso. Il mio compito, da allenatrice, è quella di provare a trasmettere ai ragazzi la voglia di continuare ad imparare». Innovazione, valorizzazione del talento, impegno sociale ed un occhio sempre attento alle novità del domani. Nel dicembre dello scorso anno, infatti, sono partiti ufficialmente i lavori per la costruzione della nuova “Casa della scherma” di Jesi. Un’area che sembra ormai pronta a trasformarsi in una cittadella dello sport che sulla grandezza del passato non smette di progettare e sognare quella del futuro.

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