giovedì 16 aprile 2020
Da oggi visibile l’integrale dell’opera di Massini prodotta dal Piccolo. Il 23 e 24 aprile sarà in onda su Rai 5
Il cast di "Lehman Trilogy": Popolizio, Gifuni, Pierobon, Cabra, De Francovich

Il cast di "Lehman Trilogy": Popolizio, Gifuni, Pierobon, Cabra, De Francovich - Piccolo Teatro

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Ci sono almeno tre buoni motivi per collegarsi da oggi su Rai Play e godersi la versione integrale della grande produzione del Piccolo Teatro di Milano Lehman Trilogy: il primo è che si tratta dell’ultimo capolavoro di Luca Ronconi, che morì proprio durante le ultime repliche; il secondo è il cast stellare di attori tutti da standing ovation, da De Francovich a Popolizio, Gifuni e Pierobon; il terzo è che la avvincente ballata di Stefano Massini sulla famiglia di banchieri Lehman, 160 anni di storia sino al crack del 2008, ci fornisce un trattato di economia alla portata di tutti che svela molto dell’oggi.

Il Piccolo Teatro di Milano e Rai Cultura, insieme, rendono possibile, da oggi appunto, la libera visione integrale di Lehman Trilogy, sulla piattaforma di RaiPlay. Lo spettacolo sarà fruibile al link di Rai Play e raggiungibile dal sito del Piccolo , liberamente e in qualsiasi momento della giornata, per tutto il mese di aprile, anticipando l’appuntamento con la trasmissione su Rai5, programmata, divisa in due parti, il 23 e 24 aprile. Un successo internazionale quello del testo di Massini, che debuttò dapprima in Francia per trovare forma compiuta nelle abili mani del maestro Ronconi. Che nel 2015 decise di dividere in due parti il corposo testo dell’autore, in totale quattro ore e mezza (2 ore e 35 la prima parte e un’ora e 55 la seconda) che però scorrono via lisce grazie, anche come dicevamo, alla bravura degli attori. Minimale la scelta registica: un palco bianco, spoglio, alcune sedie e una serie di uomini vestiti di nero in cui il passare delle generazioni si nota da un piccolo aggiornamento dei colletti delle camicie. Per il resto un fiume di parole, inanellate, reiterate musicalmente dove, in prima e soprattutto in terza persona, viene narrata l’ascesa di una famiglia verso gli apici del potere finanziario e politico fino alla caduta il 15 settembre 2008 quando Lehman Brothers diventa il più grande fallimento della storia delle bancarotte mondiali.

Nella prima parte, si segue l’arrivo in America nel 1844 del patriarca Heyum Lehmann (Massimo De Francovich), un commerciante ebreo proveniente da Rimpar, piccolo villaggio della Baviera, che verrà registrato come Henry Lehman e che si stabilisce in Alabama dove apre un emporio di tessuti. Saranno i suoi fratelli minori Mayer e Emanuel Lehman (Massimo Popolizio e Fabrizio Gifuni in stato di grazia), che intanto lo hanno raggiunto, a intuire quello che diverrà il segreto del loro successo e la base della finanza attuale: “stare in mezzo”, ovvero lasciare che siano gli altri a produrre e diventare i migliori a mediare fra chi produce. Nasce così la banca Lehman Brothers e inizia una saga familiare che attraverserà la Guerra di Secessione, due conflitti mondiali, la crisi del 1929 in un crescendo di successo e di milioni. E se dapprima vediamo lo sviluppo del sogno americano di svelti imprenditori capaci di cooperare alla nascita del sistema finanziario di Wall Street, è con i loro figli Philip Lehman (uno scattante Paolo Pierobon) e Herbert Lehman (Roberto Zibetti) che diventerà governatore di New York, che l’asticella si alza dal guadagno al raggiungimento del potere. E’ la terza generazione rappresentata da Robert Lehman (Fausto Cabra), quella che ha perso per strada i valori religiosi dei padri fondatori, a finire vittima dell’arroganza di una finanza trasformata in un gioco sempre più spericolato, feroce e globale. I cui esiti sono sotto gli occhi di tutti anche in questi drammatici giorni “bloccati” dal coronavirus. Il teatro, quando è vero teatro, aiuta ad aprire gli occhi.

Hanno ragione pertanto i firmatari dell’appello del Teatro italiano, una novantina di grandi artisti, che l’altro giorno hanno scritto all’ad della Rai Fabrizio Salini affinché l’emittente di stato offra sui suoi canali più visibilità all’arte del teatro che ora è in ginocchio a causa della chiusura delle sale. Attori, drammaturghi e registi chiedono la messa in oinda di una ripresa teatrale ogni giorno, delle centinaia registrate sinora, nei canali tematici e di almeno una alla settimana su quelli generalisti per tutto il periodo della pandemia.

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