È "responsabilità" la parola su cui insiste il ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi, commentando
Why Poverty?, il progetto cross-mediale internazionale, nato per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della povertà che vede il coinvolgimento in esclusiva, per l’Italia, di Rai Educational. Otto i documentari che fanno parte del progetto che Rai Storia trasmetterà, in contemporanea televisiva con altri 70 network in tutto il mondo (fra cui Abc, Bbc, Al Jazeera, Arte, Pbe e Zdf), a partire da domenica 25 novembre, giornata che il canale dedicherà interamente al tema della povertà con l’intervento dello stesso Riccardi. Che spiega: «
Why Poverty? vuole mettere la gente di fronte alle sue responsabilità: non ci dice cosa fare ma certe cose o si vedono o non si vedono, poi ciascuno fa le sue scelte in piena libertà.
Why Poverty? ha una funzione dirompente dal punto di vista politico, culturale e pedagogico» perché «per parlare di povertà i numeri non bastano, non è sufficiente sapere che ci sono più di novecento milioni di poveri nel mondo, servono le immagini. Perché il povero cambia sempre volto e va riconosciuto. Gesù nel Vangelo, dice: "I poveri li avrete sempre con voi" non perché è rassegnato, ma per dirci che i poveri vanno individuati, bisogna fermarcisi davanti». Il progetto
Why Poverty?, che in Italia venne anticipato dalla Bbc durante la scorsa edizione di Ids-Italian Doc Screeneings, per raggiungere più persone possibile, si estenderà anche su piattaforme mobili, internet e social media, con una platea stimata di oltre 500 milioni di spettatori: «Sulla rete, al sito
www.raistoria.rai.it, sono già disponibili dieci cortometraggi dedicati al tema della povertà» anticipa il direttore di Rai Educational Silvia Calandrelli, puntualizzando che «non si tratta di una raccolta fondi né di un racconto di punti di vista.
Why Poverty? vuole offrire conoscenza e spunti di riflessione». Inevitabile a questo punto, anche alla luce del plauso all’iniziativa di Rai Educational del direttore generale della Rai Luigi Gubitosi («È una bellissima iniziativa. La Rai deve passare dal reality alla realtà e questa, purtroppo, è la realtà. Per noi è motivo di orgoglio far parte di questo progetto per far conoscere una condizione, la povertà, in cui sono scivolate anche persone del mondo avanzato»), chiedersi come mai la responsabilità di
Why Poverty? la Rai non se la sia presa fino in fondo trasmettendo i documentari su una rete generalista, con una platea di gran lunga più vasta di una rete tematica come Rai Storia. A rispondere è la Calandrelli: «È stata una scelta specifica di noi di Rai Educational. Tenevo molto a
Why Poverty? perché per Rai Storia si tratta di qualcosa in più della semplice trasmissione di documentari, ci sembra giusto essere presenti su questi temi sempre, non solo nelle emergenze. E, poiché il nostro obiettivo sono soprattutto le nuove generazioni, abbiamo messo in campo la rete che è il mezzo con cui raggiungerle». Pronto l’intervento di Luigi Bizzarri, responsabile de
La Grande Storia di Raitre, che si dice disposto ad ospitare i documentari di
Why Poverty?.