«L’ok dell’Agcom alla serie di Rai4
Chimica o fisica è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Per questo mi sono dimesso da Presidente del Consiglio nazionale degli utenti». Il Presidente dell’associazione di telespettatori cattolici Aiart Luca Borgomeo, è scoraggiato per questo abbandona la guida del Cnu, organismo che raduna 52 associazioni, previsto nella legge istitutiva dell’Agcom. Per Borgomeo «c’è la convinzione, maturata sulla base di tante decisioni dell’Agcom, ultima l’archiviazione del procedimento sul telefilm di Rai4, che l’istituzione garante delle comunicazioni tuteli più gli interessi di Mediaset e Rai che non quelli dei cittadini». Le parole di Borgomeo sono sofferte, e pesanti. «L’appannarsi del ruolo di garanzia in un settore nevralgico per lo sviluppo economico e sociale dell’Italia, come il sistema radiotelevisivo, non può non preoccupare le istituzioni, le associazioni che tutelano i telespettatori, le famiglie indignate per la mancata ricostituzione del Comitato Media e Minori, dovuta alle responsabilità del Governo e dell’Agcom». «La mia decisione – ha concluso Borgomeo – vuole essere una richiesta all’Agcom perché recuperi l’autorevolezza di un’istituzione realmente indipendente al servizio del Paese; vuole essere anche un modo per richiamare le forze politiche ed istituzionali alla necessità di riservare la giusta attenzione ai gravi problemi di un sistema radiotelevisivo ormai allo sfascio ». Il senso di impotenza dei telespettatori è ben spiegato da Borgomeo, che denuncia «un crescente sentimento anticattolico, che ha portato a far passare blasfemia, immagini a luci rosse e volgarità come come normali in televisione». «Sono anni che l’Authority è in piena sintonia con Rai e Mediaset – prosegue –. I problemi sono creati da una concentrazione di potere che non ha eguali al mondo». Insomma, viene denunciato un panorama televisivo senza autentica concorrenza, in cui Rai e Mediaset si spartiscono il 90% dei ricavi pubblicitari. Secondo Borgomeo è proprio la struttura attuale dell’Autorità garante ad essere squilibrata: «Prima i commissari dell’Authority erano 8 più un presidente, divisi in misura uguale fra centrodestra e centrosinistra, comprendendo tutti i partiti della coalizione. Ora sono stati portati a 4 e la mancanza di equilibrio e terzietà si percepisce anche nelle scelte favorevoli agli interessi delle emittenti». A tutte queste obiezioni l’Agcom, pur consultata, non replica dicendosi impegnata in una riunione che ha visto ieri la nomina dell’avvocato Francesco Sclafani nuovo segretario generale. In questo panorama è anche sparito da 15 mesi nel silenzio generale il Comitato media e Minori, composto da associazioni, emittenti e Governo, che aveva il compito di segnalare le violazioni delle emittenti al Garante. «Si è preferito mettere da parte il Comitato perché poteva dare fastidio – commenta l’ex presidente Franco Mugerli –. L’ente che dovrebbe essere preposto alla garanzia dei telespettatori non ha gradito la mia indipendenza da interessi molto netti». Mugerli fa anche notare che «nessuna forza politica in campagna elettorale ha fatto menzione della questione televisione. Certo, è il segno che ci sono altre priorità. Ma non si capisce come l’emergenza educativa sia decisiva per affrontare per altre crisi. C’è una grande miopia davanti a questa tematica. Spero che il Comitato venga ricostituito perché il nostro compito non è repressivo, ma è quello di tenere desta l’attenzione e di proporre uno stimolo costruttivo nei confronti delle stesse emittenti».