sabato 13 luglio 2024
Un libro documenta il ruolo decisivo delle parrocchie e dei religiosi in Lombardi, la regione che in Italia vanta la tradizione cestistica più lunga e vincente
Il Centro Pavoni, storico oratorio milanese

Il Centro Pavoni, storico oratorio milanese - Sergio Giuntini, Sergio Meda e Mario Zaninelli, “100 e più. Oltre un secolo di pallacanestro in Lombardia” (Book Time)

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C’è una regione che va a canestro da quando la palla a spicchi rimbalza in Italia. Il gioco inventato negli States dal professor Naismith nel 1891 trovò infatti subito terreno fertile in Lombardia agli inizi del secolo scorso. E i più blasonati club lombardi hanno finito per scrivere la storia del basket nel nostro Paese e non solo.

Se restiamo nei nostri confini la Lombardia è la regione più vincente d’Italia. Basta guardare l’albo d’oro del campionato italiano. Un predominio schiacciante visto che Milano, Varese e Cantù insieme hanno più scudetti di tutti gli altri assegnati ai club di altre regioni (52 contro 47). Tanto per cambiare quest’anno il titolo è finito ancora nella culla della pallacanestro italiana, Milano, dove nel 1921 nacque la prima Federazione italiana Basketball. Il 31° successo dell’Olimpia ha portato a 39 i titoli vinti dal capoluogo lombardo (considerando anche quelli di società passate: Assi, Internazionale e Sef Costanza) mentre 18 sono quelli vinti dai club di Bologna, la seconda città più titolata.

Che dire poi di Cantù, il primo club in Italia per trofei europei conquistati (10), secondo in Europa solo al Real Madrid. O di Varese, la squadra italiana con il maggior numero (5) di Coppe dei campioni (oggi Eurolega). Non si può dunque ripercorrere la storia del basket italiano senza far riferimento alla tradizione lombarda, ecco perché risulta davvero interessante la lettura di un volume ad hoc, corredato da pregevoli foto d’epoca: 100 e più. Oltre un secolo di pallacanestro in Lombardia, firmato da Sergio Giuntini, Sergio Meda e Mario Zaninelli (Book Time, pagine 280, euro 39).

Un appassionante viaggio nel tempo tra i protagonisti, le arene e i canestri leggendari di uno sport che non lascia indietro proprio nessuno. In Lombardia è nato anche il “baskin”, il basket inclusivo che coinvolge giocatori con disabilità fisiche o mentali e normodotati. Fu Cremona a lanciarlo nel 2003, grazie ad Antonio Bodini e all’insegnante di educazione fisica Fausto Capellini. Ma lombarda è anche la squadra che sta dominando il basket in carrozzina: la Briantea84 Cantù, che quest’anno ha vinto lo scudetto della stella (per la decima volta campione d’Italia), club che ha conquistato 7 degli ultimi 10 titoli assegnati.

La squadra del Csi del 1947 in cui si riconosce una leggenda del basket italiano, Sandro Gamba

La squadra del Csi del 1947 in cui si riconosce una leggenda del basket italiano, Sandro Gamba - Sergio Giuntini, Sergio Meda e Mario Zaninelli, “100 e più. Oltre un secolo di pallacanestro in Lombardia” (Book Time)

Cattolici e regime: sfida sotto canestro

Riavvolgendo il nastro dei canestri in Lombardia ciò che balza in maniera evidente è il ruolo decisivo giocato dagli oratori, dalle parrocchie e dai religiosi. Significativa è la favola del milanese Oratorio Sant’Andrea che sin da subito inserì il basket tra le attività pedagogico sportive, grazie all’intraprendenza di don Luigi Pessina e i laici Nando Zaina e Renato Semenza. In oratorio si praticava già la ginnastica, ma le dimensioni del cortile impedivano il gioco del calcio e don Luigi indirizzò i ragazzi alla pallacanestro. Il punto è che divennero così bravi a livello nazionale da dar fastidio. La goccia che fece traboccare il vaso fu la conquista del torneo per la Coppa Motta, dove batterono il Borletti e la G.S. Mussolini. «Da quel momento – riferisce il libro – l’autorità politica fascista pretese il cambio della denominazione della squadra da Oratorio Sant’Andrea a Osa, in quanto, oltre a cercare di impedire ogni attività sportiva cattolica ritenuta concorrenziale con la proposta “educativa” dell’Opera nazionale balilla, non riteneva ammissibile tale denominazione, davanti ad altre squadre che si fregiavano di distintivi all’altezza dei tempi». La parrocchia prima cercò di opporsi poi accettò il nuovo titolo iscrivendosi al campionato nazionale di Prima serie, classificandosi al secondo posto nel 1933 e al terzo posto nell’anno successivo. Poi però con il richiamo alle armi per la guerra di Etio pia nel 1935 molti giocatori caddero in battaglia.

Un altro luogo simbolico nel capoluogo lombardo è stato il Centro Pavoniano di via Giusti con la figura di Fratel Brambilla, grande animatore della pallacanestro. E non si può non citare il Centro Schuster alle porte di Milano. Il basket mosse i suoi primi passi all’interno delle scuole cattoliche meneghine, tra le quali il Leone XIII, dei Gesuiti, ad opera del rettore padre Andreatta e padre Maestri. Tante però le realtà religiose che si sono spese sotto canestro nelle altre città lombarde. A Varese la Robur et Fides nacque preso l’attuale Oratorio San Vittore mentre gesuiti e barnabiti nella città di Cremona diedero origine nel 1952 alla Ju-Vi. E poi la Celeres presso il Pio Istituto Sordomuti di Pavia e il Gs Oberdan a Vigevano nella palestra Regina Margherita.

Uno storico derby meneghino tra la Pallacanestro Milano (All’Onestà) e l’Olimpia (allora Simmenthal)

Uno storico derby meneghino tra la Pallacanestro Milano (All’Onestà) e l’Olimpia (allora Simmenthal) - Sergio Giuntini, Sergio Meda e Mario Zaninelli, “100 e più. Oltre un secolo di pallacanestro in Lombardia” (Book Time)

Dalle suore di Cantù alla favola dell’ “Onestà”

Senza dimenticare che la pallacanestro attecchisce a Cantù all’interno del cortile delle Suore Sacramentine. E un grande contributo alla causa cestistica in Lombardia hanno dato anche la Polisportiva giovanile salesiana e il Csi. Un capitolo a parte merita la scalata ai vertici del basket italiano da parte dell’altra squadra di Milano, conosciuta soprattutto con il primo sponsor “All’Onestà”. Tutto merito di un imprenditore biellese, Valentino Milanaccio che prese a cuore la squadra parrocchiale di suo figlio Giovanni e dei suoi amici dell’oratorio di San Gioachimo. Quando il parroco si trovò a non avere risorse né per le divise e né per i palloni scese in campo papà Milanaccio, proprietario dei Magazzini All’Onestà, negozi di maglieria, biancheria e confezioni, la cui sede era poco distante dalla parrocchia. Come colori sociali scelse il giallo e il rosso come le divise di lavoro dei suoi dipendenti. E nel 1958 iscrisse la squadra al campionato Fip di Promozione con il nome di Pallacanestro Milano. Da allora cominciò un’epopea incredibile con la promozione in Serie A raggiunta nel 1964. Per dieci anni All’Onesta – poi Mobilquattro e Xerox – diede filo da torcere all’Olimpia dando vita a derby infuocati. Da Sandro Gamba e Aldo Ossola fino al cecchino statunitense Chuck Jura diversi i nomi illustri prima del declino nelle serie minori (oggi milita in Serie C). Continua ancora ad alti livelli invece la storia dell’Urania Milano nata nel 1952 presso la parrocchia di Santa Maria del Suffragio. Alcuni amici dell’oratorio dopo un viaggio negli Stati Uniti decisero di dar vita al sodalizio importando i colori (il rosso e il blu su fondo bianco) e il soprannome Wildcats (“gatti selvatici”) della squadra di un college americano. Oggi il club milita nella Serie A2 a testimonianza per tutti che il seme lanciato dagli oratori regala alla pallacanestro italiana ancora buoni frutti.

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