Si è fermato come un ciclista che non sente più le gambe e non vede la fine della salita. Come chi ha perso (parole sue nel video dell’addio all’Inter) «la gioia di giocare, di correre» e non sa dove andarla a ritrovare. E poco importa se Adriano Leite Ribeiro, una vita fa “Imperatore” del pallone, è un ragazzone di 27 anni e un metro e novanta che la vita dovrebbe affrontarla di petto. Adriano si è fermato, sconfitto da un male di vivere che l’ha travolto negli ultimi mesi. «Non sono malato - ha detto in tv il campione del-l’Inter - la mia cura sarà la mia famiglia, qui in Brasile. Ho perso la voglia di giocare a calcio: può essere per un mese o 3 mesi, non so. Ma non tornerò in Italia, c’era troppa pressione intorno a me». Parole che hanno fatto immediatamente il giro del mondo. Negli ultimi tempi all’Inter aveva giocato poco e male, nonostante i tentativi di Mourinho di “scuoterlo” con parole forti, ma è bastato che Adriano annunciasse uno stop (temporaneo o definitivo, nessuno lo sa) alla carriera per far alzare un coro di voci in sua difesa. In molti si augurano che possa tornare a giocare presto: «Non deve sprecare il suo grande talento». Dal Brasile all’Italia, la speranza è che ritrovi sé stesso. Per il tecnico dell’Inter «l’importante è che lui sia felice. E se smettendo di giocare lo sarà, allora sarà perfetto», mentre per Carlo Ancelotti «tornare a giocare potrebbe essere la molla per ri- prendersi». Lo invita «ad avere il coraggio di lasciare gli pseudo amici» Cesare Prandelli, che ha allenato un giovanissimo Adriano quando il brasiliano nel 2002 arrivò al Parma (15 gol in serie A in quella stagione). «Provo grande dispiacere nel seguire la sua vicenda, quello che ho conosciuto io era un ragazzo sensibile ma anche pieno di motivazioni spiega il tecnico della Fiorentina . Ora mi sembra che il problema sia dentro di lui, deve avere coraggio e voglia di superare questo momento e lasciare quelli che non sono amici veri». «La cosa più importante adesso è che Adriano torni a sentirsi felice - commenta sul sito ufficiale della Federcalcio brasiliana il ct della Seleçao Dunga, al quale Adriano aveva confidato dopo l’ultimo incontro della Nazionale con il Perù l’intenzione di fermarsi -. Solo così forse riuscirà a ritrovarsi e riprendere la carriera». Nella conferenza stampa, in cui ha annunciato lo stop a tempo indeterminato, Adriano aveva ammesso che se dovesse fermarsi a giocare in Brasile invece di tornare in Italia, sarebbe di sicuro nel Flamengo, il club nel quale è cresciuto e che lo ha lanciato. Quello che disse anche Ronaldo, altro ex interista tormentato, che poi ha “tradito” il suo passato e oggi è la stella del Corinthians. «Adriano non può sprecare il suo talento, quando sta bene di testa è uno dei grandi centravanti del mondo », commenta Muricy Ramalho, il tecnico del San Paolo che lo ha allenato per alcuni mesi prima del suo ritorno all’Inter. Un coro unanime per invitare il centravanti a reagire. Ma la fine della salita e il coraggio di affrontala, il ragazzone dal sorriso triste dovrà trovarli da solo nel suo cuore.