sabato 7 luglio 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
​Il gusto del paradosso con cui quattro anni fa dichiarò di voler modellare la propria carriera su quelle di Madonna e di Ornette Coleman continua ad accompagnare Esperanza Spalding pure ora che album di successo come il recente Radio Music Society ne hanno fatta una stella del jazz, riservandole un posto del giro che conta. In scena lunedì prossimo ad Umbria Jazz e il 21 luglio al Forte di Bard, Aosta, nella cornice di Musicastelle in Blue, la contrabbassista di Portland non sembra aver perso quella freschezza che un paio di anni fa, nella corsa al Grammy riservato alla "rivelazione dell’anno", le ha permesso di sbaragliare la concorrenza del (baby) idolo canadese Justin Bieber e di Florence + The Machine.Sotto la nuvola di capelli che l’ha resa un’icona, due occhi vivaci e lineamenti delicati le disegnano sul viso un sorriso disarmante così come la bravura che mette in mostra sulla scena. Ha solo 27 anni, ma già a 20 insegnava al Berklee College of Music di Boston, e il mix di radici afro-ispaniche-gallesi le conferisce un carisma naturale. Dice che la passione per la musica gliel’ha infusa la madre, cantandole da bambina canzoni in ogni momento della giornata «per distrarmi un po’ quando cadevo, quando piangevo per fame o per il sonno». Anche se il basso l’ha scoperto all’università, dopo aver cominciato con il violino. «Più che uno strumento in mano, io ho sempre avuto una chiara idea di jazz in testa. Ed è su quella che ho costruito il mio cammino. Non ho "scelto" una strada, mi sono solo lasciata portare dalla musica e da uno strumento più "cool" e più congeniale al mio modo di essere del violino. Anche se poi il contrabbasso l’ho reinterpretato a modo mio, strappandolo all’ombra in cui è relegato normalmente per portarlo sotto la luce dei riflettori, pur salvaguardandone il ruolo essenziale che è quello di far dialogare gli strumenti fra loro» spiega la musicista innamorata della poesia di William Blake come del trascendentalismo di Henry David Thoreau. «Nelle mie canzoni metto di tutto letture, ricordi, musiche, genti, storie, luoghi geografici e dello spirito. E se nell’ultimo lavoro avevo voluto dedicarmi particolarmente a una visione da camera del jazz, in questo nuovo capitolo mi sono concentrata sull’analisi jazzistica di una forma canzone e melodie che comunemente vengono definite pop».Ecco spiegato il motivo per cui in questa quarta fatica della musicista dell’Oregon il jazz finisca per dialogare con un neo-soul di grana fine fino a spingersi ai lidi dell’hip-hop grazie alla presenza del rapper Q-Tip, che duetta e co-produce un paio di canzoni. Modelli tanti e nessuno, senza etichette: «Da Oscar Pettiford a Miroslav Vitous, al John Patitucci dell’<+corsivo>electric band<+tondo> di Corea. Quando vali davvero, nella musica non esistono categorie. Guarda ad esempio Darryl Jones, che dal gruppo di Miles Davis è arrivato agli Stones. L’esperienza è il più grosso bagaglio che un musicista si porta dietro». Il concerto del 9 luglio a Perugia per lei rappresenta un ritorno. «Quando su YouTube ho incrociato il video con un giovanissimo Keith Jarrett che si esibisce accanto alla fontana di piazza 4 Novembre, mi sono detta: hey, lì ci sono stata pure io. L’Italia mi piace tutta, così come la sua musica; che sia quella di Vivaldi o di jazzisti a me cari come Paolo Fresu, Dado Moroni o Stefano Di Battista. Sarà forse per l’influenza che hanno avuto su di me oriundi di genio come George Garzone o Joe "Salvatore" Lovano. Pure il mio pianista Leo Genovese è di origini siciliane, anche se nato in Argentina». E lei che nel 2009 ha suonato a Oslo per la cerimonia del Nobel al Presidente Obama, con che occhi guarda all’America di oggi? «Quando è stato eletto la voglia di cambiamento era tale che tutti si aspettavano da Obama riforme eccezionali, ma siccome viviamo in una democrazia e non in una monarchia, alla Casa Bianca è riuscito a fare quello che gli hanno permesso il Congresso e il dibattito politico. Che comunque non mi sembra poco».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: