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La copertina di "Gutenberg" n. 15, 31 gennaio 2025 - -
Copacabana e Ipanema, samba e carnevale: l’immagine del Brasile è a una dimensione. Non è un caso, ma la strategia deliberata della dittatura militare che l’ha oppresso dal 1964 al 1985, facendo dimenticare se stessa anche in patria. Ora la letteratura e il cinema riportano alla coscienza quegli anni bui e il Paese fa i conti con una memoria ritrovata. Venerdì 31 gennaio su “Gutenberg”, l'inserto culturale di "Avvenire", le testimonianze dei protagonisti e le analisi degli storici. In apertura l'intervista di Lucia Capuzzi allo scrittore Marcelo Rubens Paiva autore di Sono ancora qui: «La memoria è la chiave dell’evoluzione personale e sociale - spiega - ma il mio Paese è malato di Alzheimer». Alessandra De Luca racconta, anche con le parole del regista, la genesi e l'impatto del film Io sono ancora qui di Walter Salles, tratto proprio dal racconto di Paiva.
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La copertina di "Gutenberg" n. 15, 31 gennaio 2025 - -
"Gutenberg" n.15, illustrato dalle opere di Tarsila do Amaral in mostra in questi giorni a Parigi e a Bilbao, dà quindi la parola agli storici: Carlos Benítez Trinidad, intervistato da Eugenio Giannetta, spiega come i generali abbiano inventato la loro stessa storia: «A differenza di Cile e Argentina, il Brasile ha saputo dare un’immagine di sé lontana dalla dittatura, fatta di calcio, di samba e carnevale. Classismo e razzismo proliferavano, ma la classe dirigente ha saputo manipolare la memoria collettiva». Massimo Sciarretta, autore dello studio La Chiesa dei poveri e la dittatura ripreso da Lorenzo Fazzini, chiarisce che «dopo una prima fase di acquiescenza, i cattolici lottarono contro il regime appoggiandosi anche alla teologia della liberazione», fino a divenire un baluardo dell'opposizione. Ed è quanto testimonia, nelle sue stesse parole, dom Erwin Kräutler: il vescovo emerito di Xingu ricorda gli anni dell’oppressione, quando scese in piazza accanto ai contadini che reclamavano i loro diritti: «La nostra resistenza era nel motto del mio grande amico, il cardinale Paulo Evaristo Arns: “Brasil, Nunca Mais”!».
La sezione "Percorsi" si apre con un excursus di Roberto Mussapi sull'impegno per l'infanzia da parte dell'eroe del fumetto western Tex; Roberto Carnero e Massimo Onofri indagano i confronti letterari tra padri e figli recensendo rispettivamente Invasioni controllate di Emanuele e Mario Trevi e Aria di famiglia di Alessandro Piperno. Spazio quindi alla memoria del gulag, con le recenti pubblicazioni di Anna Szyszko-Grzywacz e Varlam Šalamov, e alle sfide dell'architettura novecentesca, raccontata nel film The Brutalist con Adrien Brody che tra poco arriverà nelle sale e dal programma di Chemnitz capitale europea della cultura 2025 assieme a Gorizia-Nova Gorica.