Filmati d’epoca, inediti o poco conosciuti, per raccontare la Grande Guerra al cinema, sul web e in televisione. In vista del primo centenario del conflitto che all’inizio del secolo scorso sconvolse il mondo è stato varato il progetto European Film Gateway 1914 a cui partecipa anche la Fondazione Cineteca Italiana. Negli studi di viale Fulvio Testi 121, a Milano, tecnici ed esperti hanno provveduto, infatti, al restauro digitale e alla traduzione in formato elettronico di oltre 20 ore di immagini su pellicola realizzate tra il 1910 e il 1925 e comprendenti ricostruzioni e prese dirette che documentano la Prima Guerra Mondiale nelle sue diverse fasi. Per testimoniare il lavoro svolto e celebrare l’importante anniversario, nelle sale del Museo Interattivo del Cinema (ex Manifatture Tabacchi di Milano), sono in programma, da oggi al 6 febbraio, sei appuntamenti. La rassegna inizia stasera (ore 17) con
La guerra d’Italia a 3000 metri sull’Adamello, film realizzato dal regista e operatore Luca Comerio, un pioniere del documentario bellico e dell’industria cinematografica italiana. Al termine della proiezione è previsto un commento della studiosa Sarah Pesenti Campagnoni, dell’Università di Torino. Gli altri film affronteranno anche i temi della prigionia, della follia generata dalle trincee e delle gloriose battaglie dei soldati italiani. Ma dalle sei visioni proposte al MIC risaltano soprattutto i risultati del meticoloso impegno della Fondazione Cineteca per il progetto EFG1914, il cui obiettivo, spiega il direttore dell’ente, Matteo Pavesi «è l’apertura, dal 2014, di un grande portale europeo dove sarà possibile accedere a 710 ore di materiale audiovisivo e a circa 6.800 documenti sulla Prima Guerra Mondiale e gli anni Dieci messi a disposizione da 21 tra archivi e cineteche di 15 Paesi». Tutte le pellicole sopravvissute all’usura del tempo e all’incuria dell’uomo, dunque, accuratamente restaurate e immesse in Rete, potranno diventare patrimonio comune, utili agli storici e a chi si occupa di divulgazione al cinema, in televisione e negli ambiti educativi. «Si tratta di risultati di grande pregio per raggiungere i quali siamo stati costretti a rivedere dopo tanti anni la nostra documentazione filmica – commenta Pavesi – scoprendo anche, in alcuni casi, datazioni e catalogazioni sbagliate che abbiamo avuto modo di correggere». La Cineteca Italiana nacque nel 1947 ma non è la più antica, visto che l’Imperial War Museum di Londra, il più ricco del mondo, è stato fondato nel 1917. Le prime immagini della Grande Guerra entrarono nelle sale cinematografiche del nostro Paese durante il conflitto attraverso i cinegiornali inglesi e francesi e con le pellicole propagandistiche dei tedeschi mentre l’Italia incominciò a produrre e realizzare film sul tema nel 1915, dopo la dichiarazione di guerra all’Austria-Ungheria. Ma che cosa è emerso, di particolarmente interessante, nel lavoro di restauro e trascrizione digitale del materiale audio-visivo italiano? «Io sono rimasto colpito dal filmato di una battaglia navale della Regia Marina nell’Adriatico, che si chiude con l’immagine di una bandiera italiana a colori che sventola in pochi fotogrammi: il distributore si impegnò in un lavoro certosino di pittura dei tre colori, foto per foto, su una pellicola di appena 35 millimetri, un modo commovente di rivendicare l’identità nazionale» dice il direttore della Cineteca. «In un altro filmato del regio Esercito, invece, è stato ripreso, con un piano sequenza di 3-4 minuti, un campo di prigionia italiano con soldati nemici chiusi dentro un recinto, in uno stato di grande sofferenza; niente a che vedere con i campi di concentramento della Seconda Guerra: si tratta comunque di scene girate con un respiro da grande film!».