Il cantautore italo inglese Jack Savoretti - Foto Stefania Brovetto & Enrico Babuder
“Io sarò sempre qualcuno di un po’ strano / Uno che canta in inglese ma sogna in italiano” canta Jack Savoretti nel brano Come posso raccontare dedicato al nostro Paese. C’è passione mediterranea e grinta musicale anglosassone nel nuovo, sorprendente album del cantautore italo inglese Miss Italia in uscita domani 17 maggio (Capitol Records italy/Universal Music Italia) e che presenterà oggi a Genova, poi a Roma e Bologna. Il primo disco totalmente in italiano, dedicato al padre scomparso due anni fa, da una star internazionale che con la sua voce ruvida e romantica in più di dieci anni di carriera ha venduto oltre un milione di copie grazie a 7 album pubblicati in lingua inglese (di cui 2 arrivati al primo posto della classifica UK).
Giovanni Edgar Charles Galletto Savoretti è nato 40 anni fa in Inghilterra, dove tuttora vive, da padre genovese mediatore marittimo e madre inglese ex modella, ha studiato in Svizzera e negli ultimi anni si è avvicinato sempre di più alle sue radici italiane. Passando dalle collaborazioni con Bob Dylan, Kyle Minogue, James Blunt, Shania Twain ad Elisa e Diodato con cui ha duettato nell’ultimo Festival di Sanremo in Amore che vieni, amore che vai di De André, uno dei suoi cantautori di riferimento. Nel nuovo album “Miss Italia” 12 brani in italiano rispecchiano l’anima del nostro Paese, Canzoni romantiche, come canta Jack, dove troviamo solarità, amore e gli affetti familiari, con interessanti duetti come Ultime parole con Natalie Imbruglia e Senza una donna con Zucchero. Savoretti sarà in tour a Susa (To) il 28 giugno, a Gardone Riviera il 7 luglio, a Villa Arconati, Bollate (MI) l’8 Luglio, a Marina di Pietrasanta il 31 luglio, a Bologna il 16 dicembre e a Roma il 19 dicembre all’Auditorium della Conciliazione.
Savoretti cosa l’ha spinta in questa avventura italiana?
Negli ultimi anni sono sempre stato alla ricerca della mia italianità, soprattutto diventando genitore di tre figli che hanno 3, 9 e 12 anni ho sentito la responsabilità di trasmettere loro l’importanza delle radici. Ma il fatto più importante è stata la morte di mio padre due anni fa. La mia prima intenzione era dimenticare per non soffrire, ed avevo inizialmente reagito abbandonando l’Italia. Se io pensavo all’Italia pensavo a mio padre, venivo qua spessissimo ed ho anche spinto molto la mia carriera in Italia pensando a lui. Quando lui è mancato ho pensato che fosse arrivata la fine della mia storia con questo Paese. E poi mi è successo l’opposto. Ho sentito un bisogno tremendo di venire qua, un bisogno fisico. Lo vedevo e lo sentivo dappertutto e stare qui mi dava conforto. Come pure la musica, ma non bastava in inglese. Da quando son piccolo la sua frase preferita era “Ricordati che sei italiano”. Allora sono venuto in Italia e ho chiesto al mio amico Simone Zampieri di insegnarmi a comporre in italiano ed è nato l’album Miss Italia.
Suo padre è dovuto però andar via dall’Italia perché testimone in una rapina.
Mio padre Guido faceva l’attore, negli anni 70 aveva girato il film La madama di Duccio Tessari e aveva appena firmato per girare Zorro con Alain Delon. Lui è dovuto scappare dall’Italia per evitare ritorsioni perché a Genova era stato testimone di una rapina in banca delle Brigate Rosse. Lui non è mai stato felice, mio padre amava Genova, e la cosa lo ha sempre ferito. Gli è mancata l’identità. Avrebbe potuto tornare, ma ormai aveva messo su famiglia in Gran Bretagna.
Il tema delle migrazioni le sta a cuore, quindi?
Tutti gli italiani hanno una storia di emigrazione. Dovremmo saperlo, noi meglio di tanti altri, cosa vuol dire dovere fuggire e trovare una vita migliore. Io sono il risultato di quello, sono il figlio di un immigrato italiano.
Anche suo nonno ha avuto una storia importante nella Resistenza a Genova.
Si chiamava Giovanni Savoretti Lanza, un partigiano bianco, democratico cristiano, che dopo aver contribuito alla Liberazione della Liguria scelse di restare fuori dalla politica e fare il medico. È un grande esempio per me. Sono stato presente a Villa Migone, a San Fruttuoso, dove il 25 aprile del 1945 le truppe tedesche firmarono l’atto di resa al Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria, prima dell’arrivo delle forze alleate, in occasione del 72mo anniversario. Fu mio nonno a portare lì il comandante delle truppe tedesche generale Gunther Meinhold e anche lui firmò quello storico documento. Di recente son stato all’inaugurazione della strada dedicata a mio nonno a Genova, ho incontrato i suoi compagni ed era affascinante sentire le loro storie.
Tutto questo ci porta al suo primo album in italiano. Quale è il "fil rouge"?
Le parole, la mia ricerca di parole per cercare di dare una spiegazione all’incomprensibilità dell’esperienza che ho avuto con la mancanza di mio padre. Mio nonno e mia nonna erano molto credenti, anche mio padre lo era, sono cresciuto in una casa molto religiosa. Ricordo mio padre che prima di andare a dormire ogni notte si faceva il segno della croce. Mi è rimasto il senso non tanto della religione, ma di una spiritualità come importante riferimento.
Che differenza c’è fra comporre in inglese e in italiano?
E’ diversissimo perché la poesia conta in italiano, nel cantautorato fatto bene è molto più intellettuale dell’inglese. Ci sono dei giochi di parole, il significato di una parola può cambiare in tanti modi, è nel dettaglio che c’è la differenza. Ma vorrei che le persone ascoltando questo disco lo percepiscano come un disco di Jack Savoretti, senza pensare a quale sia la lingua in cui canto.
Quali sono i cantautori italiani della sua formazione?
Un gigante come De André è sempre stato ascoltato a casa mia, ma sono ancora più ispirato da Battisti, De Gregori, Venditti e Tenco. Adoro la semplicità di Tenco, è molto universale nei suoi temi ed è molto traducibile. “Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare” se la traduci in inglese sembra una canzone di Chet Baker.
Come cerca di raccontare il nostro Paese?
All’estero c’è una percezione superficiale dell’Italia E’forse il Paese più affascinante al mondo, ha una bellezza straordinaria, pero c’è molto di più? “Come posso raccontare questo strano bel Paese al mondo? / Non la superficie delle onde ma quello che sta a fondo” canto nel disco. E quello che c’è sotto è affascinante, a volte non è bello quello che trovi, ma è comunque affascinante.
C’è anche un importante duetto con Zucchero dove prende il posto di Paul Young in Senza una donna.
Questa canzone mi permise di riunire per la prima volta le mie due identità. Da una parte l'italiano, la lingua di mio padre che io all'epoca parlavo poco ahimè, e dall'altra l'inglese, la lingua di mia madre che la cantava in casa duettando con mio padre. Senza una donna riassumeva la loro unione, il loro rapporto, esattamente come me, metà italiano e metà inglese.
Miss Italia invece è un brano che racconta i Sanremo in bianco e nero, le vittorie di Mennea, i Mondiali dell’82…
E’ una serie di polaroid ed è un omaggio alle vittorie italiane, dai Mondiali alla Mostra del Cinema di Venezia a Sanremo. Non si tratta di nazionalismo, ma di vittorie culturali.
A proposito, le piacerebbe tornare a Sanremo, magari in gara?
Al di là di avere anche il passaporto italiano, se canto in italiano, ma anche eventualmente in un brano al cinquanta per cento in italiano, tecnicamente sono legale per Sanremo (ride).