Sanremo, 1969. Una sedicenne un po’ spaurita, seccata da una ritualità fatta di prove e fotografie, regole e protocolli, si prepara a debuttare nel tempio della canzone italiana. E intanto ricorda da dove è arrivata, rimandando lo spettatore indietro nel tempo, nella campagna toscana dei primi anni Sessanta, tra le mura di una casa dove viveva con la nonna Mora, la sorella Miria, il padre Gino e la madre Viviana, avvolta dalla profonda tristezza e da quei 'nervi' (ai tempi non si parlava ancora di depressione) che la tengono lontana dalla sua famiglia e dal mondo.
Quella bambina farebbe qualunque cosa per vedere sua madre sorridere e quando suor Margherita le fa scoprire la potenza della sua voce, spingendola a coltivare un talento che è un dono di Dio, la piccola comincia a cantare, anche se malvolentieri, convinta di poter guarire la persona più importante della sua vita.
Ed è per lei che continuerà a cantare le canzoni d’amore che le insegna il maestro Leonildo, fino a quando la consapevolezza delle proprie doti non la spingeranno a superare paure e diffidenze e a diventare Nada, la ragazzina che nel 1969 sale per la prima volta sul palco di Sanremo cantando Ma che freddo fa e che nel 1971 vince il festival con Nicola Di Bari e Il cuore è uno zingaro e che diventerà una delle voci più forti e originali nel panorama della canzone internazionale. La sua storia arriva sullo schermo grazie a Costanza Quatriglio che l’ha raccontata in La bambina che non voleva cantare, prodotto da Picomedia in collaborazione con Rai Fiction, in onda su Rai 1 il 10 marzo alle 21.25 e ispirato a Il mio cuore umano, l’autobiografia che Nada ha scritto nel 2008, già punto di partenza per il documentario che la regista aveva dedicato alla cantante.
Nel film Nada è interpretata dalla cantante e attrice Tecla Insolia, che nei prossimi giorni tornerà sul palco dell’Ariston, al fianco di Amadeus e Fiorello, affiancata da Carolina Crescentini, Sergio Albelli, Paolo Calabresi, Paola Minaccioni, Giulietta Rebeggiani, Nunzia Schiano, Massimo Poggio, Daria Pascal Attolini, Giulia Battistini. «Sono la bambina che non voleva cantare… pensate se invece avessi voluto!», scherza Nada durante la presentazione del film.
«Ho scritto Il mio cuore umano, che parla della mia infanzia, del mondo in cui sono cresciuta e della persona che sono diventata, perché avevo lasciato il mio paese contro la mia volontà e non avevo più incontrato le persone con cui sono cresciuta e sentivo il desiderio di riappacificarmi con loro, fargli arrivare i miei sentimenti. È stato un viaggio nella memoria. E ho amato moltissimo il film di Costanza, che ha fatto un lavoro molto importante sui sentimenti e sulla forza che c’è dentro a questa bambina e alle persone che le ruotavano intorno». «Mi piaceva l’idea di mostrare come tutti gli adulti vedessero un talento involontario in Nada», commenta la Quatriglio. «È la storia di Nada, ma riesce a toccare corde condivisibili».