Polemica al San Carlo di Napoli, dove si prova «Napucalisse», con musiche di Giorgio Battistelli e testi del poeta partenopeo Mimmo Borrelli, apertura domani della stagione sinfonica del Massimo. Il brano ha provocato la reazione di alcuni professori del coro per la presenza nel libretto di due forti imprecazioni che chiamano in causa il «Pataterno» e la «Maronna» (il Padreterno e la Madonna). Alcuni coristi non hanno voluto partecipare alle prove e non si esibiranno, rinunciando a parte dello stipendio. Borrelli ha acconsentito a cambiare il testo cantato. «Napucalisse» racconta la volontà del Vesuvio (impersonato dal coro) di distruggere Napoli, placato solo alla fine da Cinello, una sorta di Pulcinella. «Come cattolico smarrito ho provato disagio all’inizio – ha detto Battistelli – ma un’opera d’arte deve sempre porre una domanda. Qualche teologo dice che la bestemmia è l’urlo dei poveri, dei disperati che vivono in solitudine». «Il dovere dei poeti è andare a colpire le coscienze – si è difeso Borrelli – giustamente una persona di fede può dire "questa cosa non posso cantarla". Ma dal mio testo è nata una discussione tra queste 90 persone che sono il termometro della città».