lunedì 17 luglio 2023
Secondo la teoria delle stelle oscure, al centro delle prime protogalassie ci sarebbero stati ammassi molto densi di materia oscura, poi collassati trascinando con sé la materia oscura
Le possibili stelli oscure individuate dal telescopio spaziale "Webb"

Le possibili stelli oscure individuate dal telescopio spaziale "Webb" - Nasa/Esa

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Il telescopio spaziale James Webb, di Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Canadese, potrebbe aver catturato le prime "stelle oscure" mai viste: un tipo di stelle completamente diverso da quello che conosciamo, infinitamente più grandi e luminose del Sole, la cui esistenza non è stata ancora dimostrata e che sarebbero alimentate dalla materia oscura. Questi oggetti, dunque, potrebbero svelare uno dei più grandi misteri irrisolti della fisica: cos'è la materia oscura, che compone circa il 25% dell'universo. I tre candidati a stelle oscure, inizialmente classificati come galassie, sono stati individuati da un gruppo di ricercatori guidato dall'americana Colgate University, che ha pubblicato la sua ipotesi sulla rivista "Pnas" dell'Accademia nazionale americana delle scienze.

Secondo la teoria delle stelle oscure, al centro delle prime protogalassie ci sarebbero stati ammassi molto densi di materia oscura, insieme a nubi di idrogeno ed elio. Quando questo gas ha cominciato a raffreddarsi, sarebbe collassato trascinando con sé la materia oscura: quest'ultima avrebbe impedito al gas di dare il via alla normale reazione di fusione nucleare che alimenta le stelle, e avrebbe invece continuato ad accumulare altro gas e materia oscura, formando astri milioni di volte più massicci del Sole e fino a 10 miliardi di volte più luminosi.

I ricercatori guidati da Cosmine Ilie hanno individuato 3 possibili candidati tra i dati raccolti dal Jwst, che erano stati classificati come galassie antichissime, esistite tra 320 e 400 milioni di anni dopo il Big Bang. "Che ci crediate o no - commenta Katherine Freese dell'Università del Texas ad Austin, co-autrice dello studio - una stella oscura avrebbe abbastanza luce per competere con un'intera galassia di stelle". Se questi oggetti si rivelassero davvero stelle oscure, aiuterebbero anche a risolvere uno dei problemi creati da Webb: il telescopio ha infatti individuato troppo galassie massicce nell'universo primordiale per adattarsi alle previsioni. "Se alcune di queste galassie sono in realtà stelle oscure - conclude Freese - i modelli concordano molto meglio con le osservazioni".

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