Fortuna o sfortuna? Sicuramente questa volta il destino ha indossato maglietta, pantaloncini, calzettoni e scarpette per divertirsi come meglio avrebbe potuto. Dal’urna di Montecarlo per la fase a gironi della Champions League, non potevano uscire accoppiamenti più beffardi: il Milan ritroverà da subito Kakà con il Real Madrid delle stelle, Cristiano Ronaldo, Benzema e Xabi Alonso. Per l’Inter c’è la sfida contro il transfuga Zlatan Ibrahimovic, che voleva vincere in Europa e trovare una squadra con un gioco che lo ammaliasse. Sarà Inter-Barcellona già alla prima giornata, il 16 settembre al Meazza.«In Champions non vorrei né il Milan né Ancelotti: sono affezionato al mio passato»: non si può certo dire che l’ex 22 di via Turati sia stato accontentato. Kakà contro il Milan. Ibra contro Mourinho per una rivincita e chissà per chi. Poi, fatta la tara delle emozioni e dei rimpianti, Leonardo e lo Special One portoghese avranno anche tempo di fare i conti con i rispettivi gironi. Allora, fortuna o sfortuna? Passano le prime due di ogni gruppo: le “big”, una volta qualificate, non si incroceranno però agli ottavi. Fortuna quindi. Resta comunque tosto davvero il girone dei rossoneri. Per Juve e Inter, squadre più “abbordabili”. La Fiorentina deve tirare fuori gli artigli. Ma andiamo con ordine.
Capitolo Milan. Milan-Real. Ronaldinho-Kakà. Passato e presente tornano in campo da avversari e come cornice, 16 coppe dei Campioni: 9 per le “merengues”, 7 per i rossoneri. È il Gruppo C. Per l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani «il destino ha voluto che s’incontrassero in questa fase a gironi. Va bene, ma non dobbiamo fasciarci la testa, assolutamente». Alla fine anche Inter e Barcellona hanno scambiato due giocatori e la dea bendata li ha fatti rincontrare. «Ricordo - sottolinea Galliani - che eravamo in prima fascia, a differenza delle altre italiane che erano in seconda. Noi abbiamo trovato la squadra nettamente la più forte. C’è questo incrocio con il nostro Kakà e con Huntelaar, che giocava di là». Terzo incomodo, il Marsiglia. Il Milan ci torna a 19 anni di distanza dall’episodio in cui Galliani ordinò ai suoi d’uscire dal campo per “problemi” all’impianto d’illuminazione del “Velodrome”. «Ma è tutto è in prescrizione, ha detto sorridendo Galliani -. Gli impianti ora funzionano. Lo stadio è stato rifatto completamente e mi auguro che non ci siano cali di tensione nell’energia elettrica».
Capitolo Inter.«Vorrei il Barcellona subito», aveva detto prima dell’urna il brasiliano Julio Cesar. Detto, fatto. Arrivano i campioni d’Europa. «La sfida all’Inter era quello che voleva Ibrahimovic», il commento di capitan Zanetti. Ma dev’essere anche quello che voleva Eto’o, viste le parole al veleno del camerunense nei confronti del suo ex tecnico Guardiola. Se il Barcellona è ancora la squadra splendente della passata stagione, in attesa della prima sfida al Meazza tra quindici giorni, Mourinho lo verificherà oggi nella Supercoppa europea contro lo Shaktar Donetsk. Il girone F ha però anche altre insidie: Dinamo Kiev e Rubin Kazan. «Il gruppo è molto impegnativo -ricorda Zanetti - e non sarà facile andare a giocare in Russia e Ucraina con le condizioni climatiche difficili e contro squadre più avanti nella preparazione e nei rispettivi campionati. Comunque l’Inter ha i mezzi per fare bene».
Capitolo Juventus. «Un girone tosto nonostante non affrontiamo le inglesi. Andremo in Israele contro il Maccabi Haifa e non sarà facile. Quindi massimo rispetto per i nostri avversari e cercheremo di fare il meglio possibile. Il Bordeaux non è la peggiore avversaria possibile. Ha cercato di tenere il suo centravanti, una scuola che si conosce bene e un allenatore di qualità, quindi non sarà facile», dice l’ad bianconero Jean Claude Blanc. Ma c’è grande attesa anche per il Bayern Monaco di Ribery, di un Toni in disgrazia e di un Van Gaal che contese alla guida dell’Ajax proprio la Champions alla Juve nella finale di Roma ’96.
Capitolo Fiorentina. I viola dovranno vedersela contro un Liverpool di Benitez in piena crisi Premier League (due sconfitte nelle prime tre giornate), ma che in Europa è sempre una corazzata targata Steven Gerrard, Fernando Torres e del neo Alberto Aquilani. Sarà una rivincita con l’Olympique Lione, che l’anno scorso la eliminò tra le polemiche per il 2-2 in Francia. Non c’è più Benzema, sostituito da Lisandro Lopez. Attenzione anche agli ungheresi del Debrecen, quattro volte campioni negli ultimi cinque campionati. Comunque il presidente Andrea Della Valle è fiducioso. «L’esperienza della scorsa stagione porterà qualcosa di positivo. È anche vero che la Fiorentina è un po’ pazzerella. Nel primo tempo ci capita spesso di giocare così, nel secondo tempo si trova un’altra squadra. Siamo cresciuti tutti, compresi i giovani. È un girone E molto impegnativo, però sono più positivo dell’anno scorso». Negli altri gruppi, dura per il Chelsea di Carlo Ancelotti che trova il Porto e l’Atletico Madrid di Aguero, oltre a un Apoel Nicosia per consuetudine brillante nei primi mesi dell’anno. Il Manchester United senza più Cristiano Ronaldo, avrà vita facile con Cska Mosca, Besiktas e Wolfsburg. Per compensare i brividi della parte alta del tabellone, davvero “deboli” gli altri due raggruppamenti: Siviglia, Rangers, Stoccarda, Unirea da una parte e Arsenal, Az Alkmaar, Olimpiacos Pireo e Standard Liegi dall’altra.