martedì 19 settembre 2023
Un riconoscimento che tocca quattro province, quelle di Reggio Emilia, Bologna, Ravenna e Rimini
Una grotta carsica dell'Appennino emiliano-romagnolo

Una grotta carsica dell'Appennino emiliano-romagnolo - Ansa

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I Gessi e le grotte dell'Appennino emiliano-romagnolo entrano nella lista dei beni naturali del Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Un riconoscimento che tocca quattro province, quelle di Reggio Emilia, Bologna, Ravenna e Rimini, e porta a 16 i siti Unesco riconosciuti a vario titolo in Emilia-Romagna e a quota 59 quelli nazionali inseriti nella lista e che è stato assegnato oggi dal Comitato internazionale dell'Unesco riunito a Riad.

Sono sette le aree coinvolte: Alta Valle Secchia (Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano); Bassa Collina Reggiana (Paesaggio Protetto della Collina Reggiana); Gessi di Zola Predosa (sito Natura 2000), Gessi Bolognesi (Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa); Vena del Gesso Romagnola (Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola), Evaporiti di San Leo (sito Natura 2000), Gessi della Romagna Orientale (Riserva Naturale Regionale di Onferno).

Si tratta del sesto sito naturale italiano riconosciuto dall'Unesco e del secondo per l'Emilia-Romagna, dopo le Faggete vetuste delle Foreste Casentinesi. Ma complessivamente salgono a 16 i luoghi che in Emilia-Romagna, possono fregiarsi a vario titolo della prestigiosa attribuzione.

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