Vi ricordate di Michael Owen, il talento inglese che a 18 anni sbalordì tutti ai Mondiali francesi del 1998, segnando un gol partendo da centrocampo contro l’Argentina? A 21 anni vinse il Pallone d’Oro, passò al Real Madrid, ha subito molti infortuni che ne hanno condizionato la carriera. Oggi il suo Newcastle è retrocesso e Owen, col contratto in scadenza, non ha ancora 30 anni, ma nessuno è più disposto a scommettere su di lui, tanto che la società che si occupa della sua immagine ha iniziato a spedire brochure e dvd con tutte le sue reti in giro per l’Inghilterra. Inutilmente. Il serpente alla fine si mangia la coda. Perché la corsa al rialzo, la caccia all’ingaggio stratosferico è lo sport preferito dei calciatori di rango. Ma può trasformarsi in un autogol quando la carriera subisce qualche imprevisto. È, in parte, il caso di Zlatan Ibrahimovic che dopo tre scudetti di fila vorrebbe prendere il volo da Milano ma al momento deve accontentarsi di restare all’Inter con il suo milione di euro netto al mese in busta paga. Neppure Real e Barcellona sembrano in grado di mantenerlo, anche perché nel caso occorre aggiungere un assegno di almeno 70 milioni per Massimo Moratti. C’è, però, chi non trova squadra nemmeno gratis. Luca Toni, uno dei giocatori che non vanno a genio al nuovo tecnico del Bayern Monaco, Louis Van Gaal, rischia di diventare un caso del mercato. Lo scrive la Bild in un articolo dal titolo: «Anche regalati sono troppo cari, per questo nessuno li vuole». Per il quotidiano tedesco «l’orribile prestazione dell’Italia nella Confederations Cup ha fatto scendere ulteriormente il valore delle azioni del centravanti emiliano, campione del mondo con la maglia azzurra solo tre anni fa. Il club bavarese sarebbe disposto a cederlo anche solo in prestito, ma al momento nessun club si sarebbe fatto vivo. Simile la situazione di David Trezeguet, sul quale la Juve pare non voler puntare più. Al 31enne bomber francese, ormai in fase calante di carriera sarebbe interessata la Roma, ma i 4,5 milioni netti di ingaggio annui spaventano il club giallorosso, già alle prese con una misteriosa e sofferta operazione per la cessione della società. Così cade a fagiolo l’idea di Maurizio Zamparini: «Ridurre del 30% gli stipendi di tutti i calciatori» come antidoto alla crisi e contro lo strapotere dei procuratori: l’ha proposto il presidente del Palermo, agli altri presidenti di Serie A riuniti nelle sede della Lega Calcio per una riunione informale. Molti suoi colleghi sono ovviamente d’accordo. Ma anche qualche calciatore comincerà a pensare che un taglio alle pretese non sarebbe una cattiva idea.