sabato 31 maggio 2014
Il presidente del Parma si dimette e mette in vendita il club: «Ci è stata tolta l’Europa per un errore dello 0,60% Noi troppo corretti per questo mondo».
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«Se il Parma va in Europa League, faccio un fioretto: “ritessero” Gene Gnocchi...». Ci siamo lasciati così con il presidente del Parma, Tommaso Ghirardi, che due settimane fa, alla vigilia della sfida decisiva con il Cagliari parlando con Avvenire comunque fosse andata a finire, era entusiasta del campionato della sua squadra. Poi la vittoria del Parma sul Livorno e il pareggio, per niente scontato, del Torino a Firenze (con tanto di rigore fallito allo scadere da Cerci) avevano regalato a Ghirardi l’apoteosi: quel 6° posto che dava le chiavi per l’Europa. Già, “dava”, perché l’altro ieri l’Alta Corte del Coni ha bocciato il ricorso del club emiliano per la mancata concessione della Licenza Uefa, a causa del ritardato pagamento Irpef per alcuni tesserati. In Europa al suo posto ora ci andrà il Torino di Urbano Cairo che si dice «dispiaciuto per l’amico Tommaso». Un colpo da ko per il giovane patron Ghirardi, 39 anni e da sette al vertice di quel Parma che aveva raccolto dalle ceneri del crac Parmalat della famiglia Tanzi. «Ho chiuso con il calcio, ho rassegnato le mie dimissioni da presidente e ho pregato il nostro dg Leonardi di continuare a gestire la società e di onorare tutti gli impegni che ho preso. Dal primo luglio comincerà un’altra storia. Il cento per cento del Parma è in vendita».Questo il suo sfogo di ieri. Parole dettate dal pathos di chi ha sempre detto che «quella di entrare nel calcio è stata prima di tutto una scelta dettata dalla passione». Una passione che adesso lascia il posto alla rabbia che per fortuna non scatena tifosi del Parma che in 50 assistono in diretta all’addio e applaudono il loro presidente. «Qui si va allo stadio per vedere uno spettacolo sportivo e non certo per delinquere, come purtroppo accade altrove...», ci disse il presidente che sembra davvero deciso a gettare la spugna. Nell’anno del centenario del Parma, si è passati in un lampo dal futuro più radioso dell’era Ghirardi alla sua fine imminente.«I miei soci hanno voluto condividere con me questo incubo - spiega ancora - e io me ne vado da vincitore. Siamo arrivati che qui non c’era nulla e abbiamo costruito qualcosa di importante. Io col calcio ho chiuso, me ne torno al mio paesello (Carpenedolo, provincia di Brescia, dove ha sede l’azienda di famiglia: “La Leonessa”) e voi vergognatevi di quanto avete fatto...». Ghirardi con quel “voi” punta il dito sul Palazzo del pallone e i suoi dirigenti. «Nel nostro calcio più sali ai piani alti e meno stai simpatico, così provano a farti cadere giù. Credo sia una questione tutta italiana che guarda più all’interesse e alle amicizie che alla meritocrazia», aveva avvertito sempre alla vigilia dell’ultima partita di campionato. «È stato il sistema che non ha voluto che il Parma partecipasse alla Coppa, attraverso un organismo, la Corte di Giustizia del Coni, composta solo da membri che non fanno sport», ha rincarato la dose ieri. «L’Alta Corte nella sua sentenza di rigetto del nostro ricorso afferma che la pena della mancata licenza Uefa è sproporzionata rispetto all’errore che è stato commesso da parte nostra, ma di non avere la giurisdizione per ribaltare il giudizio. È la chicca di una vicenda surreale firmata da un ex ministro (Franco Frattini, ndr)». Ci dicono che su nove incentivi all’esodo, non è stata pagata l’Irpef - tuona furioso Ghirardi - facciamo così da sette anni e lo abbiamo sempre fatto, mi sono rivolto a esponenti della Federazione e della Lega per sapere come dovevo fare. Risultato: bocciatura in primo e secondo grado. Per un errore dello 0,60% rispetto alle cifre dovute, ho perso quanto guadagnato sul campo e non lo posso accettare. Nessuno lo può negare, ci sono state telefonate, messaggi, email, con gli organi preposti che mi hanno dato indicazioni e queste hanno portato alla mancata concessione della licenza Uefa».Il Parma ora non farà alcun ricorso, né alla giustizia ordinaria, né tanto meno al Tas di Losanna (sarebbe comunque vano visto il precedente rigetto ai greci dell’Fc Giannina). «Basta così. Ho deciso, ma tra qualche settimana, libero da ogni incarico, cercherò di far valere le mie ragioni e verificare se ci sono stati danni alla mia immagine. È una riflessione che farò con i miei legali. Io comunque in questo mondo non ci sto più: siamo troppo corretti per restarci. Lo so, dispiacerà ai miei tifosi, ma tutti gli altri saranno contenti, han fatto di tutto per farmene andare. È troppo semplice telefonarmi oggi (ieri, ndr), dovevano farlo ieri (l’altro ieri dopo la sentenza, ndr) quando mi hanno chiamato solo in due. Adesso è troppo facile...». Sarà molto difficile invece per noi accettare un calcio senza Ghirardi.
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