Macchine avanti tutta; anzi, contrordine, inserite la retromarcia. La Formula 1 in disperata ricerca di ascolti e consensi se ne inventa un’altra per dare una robusta sterzata a GP spesso sonnolenti e rendere più avvincente la corsa al titolo iridato.Per comprendere la gran trovata del Consiglio mondiale Fia bisogna prima fare un passo indietro e tornare all’ultima curva del GP del Brasile 2008 con la Toyota di Gluck che va a passo da lumaca, Lewis Hamilton che se la beve a 200 metri dall’arrivo e passa giulivo sotto la bandiera a scacchi che un minuto prima aveva celebrato la vittoria “eroica” di Massa. Il finale thriller con due piloti mondiali in una manciata di secondi deve essere piaciuto molto ai vertici della Fia che ieri lo hanno preso a modello per cambiare volto alla cara vecchia Formula 1.Già da questa stagione il titolo piloti andrà a chi vince più gare e non più necessariamente a chi ottiene il maggior numero di punti in classifica. In pratica, la Federazione ha approvato il progetto di Bernie Ecclestone (gran cerimoniere del circus dei motori), che aveva parlato di un mondiale a “medaglie” sul modello delle Olimpiadi. Ogni gara una “medaglia”; chi ne colleziona di più si porta a casa la corona. Bocciata, invece, la proposta dei team che per rendere più incerta la lotta al vertice aveva chiesto di alzare i punti dei primi tre classificati: 12 punti al primo (invece che 10); 9 al secondo e 7 al terzo. Un Mondiale più meritocratico che premia chi sale spesso sul podio (un secondo posto non è da buttare via), ma non è nei piani di Ecclestone e Mosley.I quali vogliono vedere i piloti giocarsi tutto sino all’ultimo metro. Ergo, i punti restano quelli che sono (10 al primo, 8 al piazzato, 6 al terzo) ma rischiano di contare come il due a briscola. Perché a fine stagione saranno decisivi solo in caso di ex aequo tra due piloti con lo stesso numero di GP vinti. Al contrario, se un pilota ha una vittoria in più e 20 punti in meno il campione sarà lui.Un sistema fantozziano, che nel 2008 avrebbe premiato Massa (6 vittorie a 5 su Hamilton), ma rischia di generare tanta confusione. Come spiega un esperto di F1 come Cesare Fiorio «non è detto che questo sistema renderà più incerti i GP. Un pilota fuori gioco, doppiato, potrebbe di fatto rinunciare alla gara; tanto i punti non valgono più».Negativo anche il giudizio di Luca di Montezemolo, presidente della Ferrari e della Fota (l’associazione dei team di F1), sull’intero pacchetto di riforme che dal 2010 puntano a introdurre un tetto di spesa di 33 milioni di euro (cifra che dovrà coprire ogni uscita) per il budget delle scuderie. «La Fota esprime delusione e preoccupazione per quanto stabilito dalla Fia in maniera unilaterale. Il nuovo quadro regolamentare rischia di stravolgere la vera essenza della Formula 1 e i principi che lo rendono uno degli sport più popolari e attraenti al mondo». La nuova F1 parte già con le gomme a terra...