Lodi si prepara a vivere l'ultimo weekend – il 27 e il 28 ottobre – del Festival di Fotografia etica che da quattro settimane anima il centro lombardo con incontri, presentazioni e mostre, ben 23 diffuse in sette location: da Palazzo Modigliani (dov'è possibile gettare uno “Sguardo sul mondo”) all'Ex Cavallerizza (dove si possono vedere gli scatti dei trenta autori del World.Report Award sul tema “Attenzione ai valori per costruire una speranza”). Sono 130 i fotografi coinvolti, con oltre 40 incontri nel corso del mese. Un appuntamento, giunto alla nona edizione, capace di accendere un faro su realtà e drammi che spesso restano nel silenzio. Questa edizione della rassegna internazionale si è data l’obiettivo di “diffondere sempre più maggiormente il linguaggio fotografico, e la sensibilità culturale che ne consegue, tra i non addetti ai lavori”, affermano Alberto Prina e Aldo Mendichi che, con il Gruppo Fotografico Progetto Immagine, organizzano la manifestazione.
Fra le tante mostre e iniziative, ci sarà l’omaggio al fotografo francese Shah Marai, corrispondente di France Press ucciso in un attentato a Kabul lo scorso 30 aprile; l’italiano Filippo Venturi con Made in Korea e Korean Dream, parti del progetto comune di osservazione della penisola coreana e delle sue trasformazioni negli ultimi 64 anni; l’italiano Michele Guyot Bourg con Vivere sotto una cupa minaccia, lavoro che ha come protagonista il ponte Morandi negli anni ’80; il francese Olivier Laban Mattei con Yemen, the Ruins of a Once “Happy Arabia”, resoconto del conflitto nello Yemen che dura dal 2015; Adam Ferguson con The bombs they carried, lavoro delicatissimo sulle bambine catturate da Boko Haram (info su www.festivaldellafotografiaetica.it).