La Ferrari perde il ricorso, ma vince nella sostanza. La contraddizione dei termini è una questione di finezza giuridica di cui uno avvocato esperto come Max Mosley, presidente della Federazione dell’Auto, non potrà non tenere conto. Alla vigilia del GP di Monaco, la fibrillazione sale alle stelle e la tagliola delle iscrizioni al Mondiale F1 del 2010 è dietro l’angolo. Il 29 maggio, infatti, scadono i termini e il circus iridato vive nella più completa confusione. La Ferrari si era rivolta al Tribunale de Grande Instance per una procedura d’urgenza con cui chiedeva di sospendere gli effetti della decisione del Consiglio mondiale FIA del 29 aprile, in cui venivano dettate le norme per il futuro tra cui il contestatissimo tetto ai budget di spesa dei team (fissato a 44 milioni di euro).La Corte di Parigi ha sostenuto che non ci sono gli estremi di urgenza, ma ha confermato l’esistenza di un accordo scritto, ratificato dal Senato Fia nel 2005, in cui esiste ed è tuttora in atto (fino al 2012) il diritto di veto della Ferrari alle nuove regole. Di conseguenza è stato riconosciuto che la vertenza non sia di competenza di tribunali interni della Fia, bensì delle giurisdizioni ordinarie. La stessa Corte ritiene, a questo punto, che il diritto di veto della Ferrari, sulle nuove regole, avrebbe dovuto essere imposto nelle riunioni del Consiglio Mondiale: per cui, non avendolo fatto in quelle occasioni, per il tribunale francese non c’erano gli estremi per un ricorso d’urgenza.Pronto il commento della Ferrari: ««La decisione, che non è pregiudizievole per l’esito della causa, consente alla Fia di imporre alle squadre, che si iscrivono al campionato 2010, l’accettazione di un regolamento, elaborato unilateralmente senza rispettare le procedure concordate. La Ferrari è stata costretta ad utilizzare, suo malgrado, il diritto di veto in suo possesso a tutela sua e di tutte le squadre partecipanti al Mondiale di F1». In conclusione, il Cavallino ribadisce che se non dovesse trovarsi un accordo, in base al Cda dello scorso 12 maggio, la squadra non verrà iscritta al mondiale.Questa la parte legale, ma in sostanza cosa cambia? Il tribunale ha confermato che la procedura seguita dalla Fia e da Mosley non è quella stabilita, per cui le scuderie che dovessero iscriversi al Mondiale, lo faranno seguendo una procedura irregolare. E se poi toccherà alle altre squadre iscriversi, in un momento successivo, quelle che si fossero iscritte prima potrebbero fare causa alla Federazione. Insomma, un gran pasticcio in cui il braccio di ferro è sempre più forte: «Non so cosa stia succedendo - ha detto Alonso -. Io cerco di concentrarmi al 100% sulla gara, ma la situazione è preoccupante. Ho paura che sparisca la F1; non posso accettare che la politica distrugga tutto. Siamo a Montecarlo e potrebbe essere l’ultima volta che corriamo qui: un caos che non fa bene a nessuno».E se Felipe Massa si augura che da Montecarlo parta la rimonta della Ferrari: «Sarebbe bello se dovessimo vincere qui», Kimi Raikkonen è lapidario: «Io ho un contratto con la Ferrari fino al 2010. La Rossa corre in diverse categorie, e io rispetterò il contratto con loro ovunque volessero farmi gareggiare». Un modo per ribadire il concetto: sono qui e non mi muovo. Intanto è atteso per oggi il presidente di Renault, Carlos Ghosn, che farà importanti dichiarazioni: anche Renault segue la linea della Ferrari e ha già annunciato che è pronta a ritirarsi dalla F1 se le norme non cambieranno.A questo punto, con la situazione che si complica sempre più, toccherà a Mosley inventarsi qualcosa, magari rimandando la data delle iscrizioni. Poi, incidentalmente, a partire dalle 10 cominciano le prove in pista, ma sembra che non importi a nessuno...