L'immagine di copertina di "Lucille degli Acholi" di Ilaria Ferramosca e Chiara Abastanotti - editrice Il Castoro
“Essere medico non è una professione, ma una vocazione, un modo di dedicarsi alle persone. E se lo fai, perché non farlo per chi ne ha maggior bisogno?”. Così, semplicemente, Lucille Teasdale ha sintetizzato i suoi quasi 40 anni trascorsi in Uganda, nei quali ha trasformato il piccolo ospedale di Lacor in quello che, ancora oggi, è uno dei maggiori centri sanitari no profit dell’Africa equatoriale, dedicando l’intera esistenza ai suoi pazienti, occupandosi di loro con dedizione e fondando la prima scuola per infermieri.
Di questa chirurgo canadese, Rita Levi Montalcini ha detto: “Lucille rimane il più fulgido esempio di dedizione all’attività medica svolta con eroismo sino alla fine del suo percorso”. Eppure, nonostante l’apprezzamento del premio Nobel, quella di Lucille Teasdale resta un’esistenza di cui poco si conosce. Un’opportunità poco “togata” per avvicinare la prima specializzata in Chirurgia degli anni Cinquanta (quand’era considerata una professione di appannaggio maschile), è Lucille degli Acholi, il volume a fumetti di Ilaria Ferramosca e Chiara Abastanotti (editrice Il Castoro) che si è appena aggiudicato il “Fede a Strisce 2023”, il premio che viene attribuito a Rimini per il fumetto con elementi religiosi. Unico in Italia, il riconoscimento è indetto dal festival Cartoon Club, ed è intitolato alla memoria della famiglia santarcangiolese Ramberti (1928-1995), terziari francescani attivamente impegnati per le persone diversamente abili ed emarginate.
Una tavola di "Lucille degli Acholi" di Ilaria Ferramosca e Chiara Abastanotti - editrice Il Castoro