lunedì 8 luglio 2024
Il ballotaggio delle legislative ha visto la vittoria del Nuovo fronte popolare, coalizione di sinistra, secondi i macronisti. Frenata l'avanzata dell'ultradestra, ma sarà difficile formare un governo
La festa della sinistra in piazza a Parigi

La festa della sinistra in piazza a Parigi - Ansa

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La sinistra è giunta a sorpresa in testa, l’ultradestra ha perso. Ma chi potrà mai governare adesso la Francia? Oltralpe, l’esito delle Legislative anticipate è un’Assemblea Nazionale a trazione "rossa", ma soprattutto spaccata in tre come mai prima, con l’assenza flagrante di una maggioranza chiara. L’epilogo dei ballottaggi di ieri ha contraddetto i sondaggi, azzerando in particolare le ambizioni di governo della tanto temuta ultradestra lepenista, il blocco estremista giunto terzo, dietro anche al campo atipicamente centrista del presidente Emmanuel Macron. Alta la partecipazione, oltre il 67%. A Parigi, i simpatizzanti di sinistra hanno festeggiato a Place de la République, in un clima teso segnato pure da disordini.
Il gruppo più cospicuo di deputati andrà dunque al Nouveau front populaire, l’alleanza di sinistra in quadricromia (socialisti, comunisti, gauche radicale mélenchonista e Verdi): 182 seggi. La coalizione macroniana, Ensemble pour la République, pur molto ridimensionata rispetto alla scorsa legislatura, non è stata comunque sbaragliata: 163 seggi. Dopo essere arrivato in testa al primo turno, il Rassemblement national (Rn), il partito dell’ultradestra xenofoba ed euroscettica di Marine Le Pen, è invece rimasto indietro, con 143 deputati. Meno di un mese fa, il 9 giugno, aveva trionfato alle Europee: prima tappa, per gli ultranazionalisti, delle ambizioni ormai sfumate d’imporre come premier il 28enne Jordan Bardella.
Il cosiddetto «fronte repubblicano», ovvero il patto contro l’ultradestra Rn da parte degli altri partiti, ha funzionato in pieno fra i due turni, attraverso una raffica di ritiri tattici, sbarrando la strada agli ultranazionalisti.
Sottostimata fino all’ultimo nei sondaggi, la sinistra è la vincitrice della tornata. Ma si tratta di un successo relativo, dato che l’alleanza della gauche rimane lontana dalla soglia di 289 seggi per la maggioranza assoluta. Ideologicamente traversata da tensioni, anche per via delle posizioni divisive del partito del ‘tribuno rosso’ radicale Jean-Luc Mélenchon, la sinistra ha reagito ieri sera, non a caso, in ordine sparso. A proporsi ora come "contrappeso" e campione dell’ala moderata socialdemocratica è l’ex presidente socialista François Hollande, eletto deputato, galvanizzando pure il Ps, che ha ridotto il ritardo rispetto ai mélenchonisti, pur ancora locomotiva della gauche.
Il presidente Macron non si è espresso apertamente, dopo aver perduto un centinaio di seggi, pur vedendo eletti i principali esponenti del governo uscente.
«Il centro del potere sarà nelle mani del Parlamento», ha pronosticato il premier macroniano Gabriel Attal, pronto a presentare oggi le dimissioni a Macron, che potrebbe nondimeno rifiutarle per il momento, in attesa dell’arrivo di segnali più chiari dai partiti, in vista di eventuali maggioranze trasversali di compromesso. Non si esclude, inoltre, l’ipotesi di un esecutivo tecnico all’italiana. Secondo i politologi, l’incertezza potrebbe prolungarsi per settimane, se non più, con rischi anche sul fronte di una potenziale crisi del debito pubblico.

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