Sostiene Lev Tolstoj, nell’incipit del suo Anna Karenina, che «tutte le famiglie felici sono simili fra loro». Deve essere per questo che Pupi Avati, è lui stesso a raccontarlo, ha impiegato ben sei anni per convincere la Rai della validità del suo progetto: un lungo film in sei puntate («definirlo fiction mi pare rinunciatario» spiega), intitolato semplicemente Un matrimonio (Raiuno, da domani in prima serata) e incentrato sulla lunga vicenda comune di due persone che si incontrano, si innamorano, si sposano, mettono al mondo due figli, ne adottano una terza e diventano nonni. Una storia, insomma, come (per fortuna) ne sono tante che, però, la fiction troppo spesso ignora perché le considera poco interessanti: «La storia di mezzo secolo del nostro Paese narrata attraverso un matrimonio che 'regge' è quanto di più in controtendenza si possa proporre » osserva Avati. Che ricorda come tutto sia cominciato il giorno del quarantesimo anniversario del suo matrimonio (festeggiato il 27 giugno 2004): «Al termine della festa, guardando mia moglie, mi sono chiesto come fosse stato possibile che quella ragazzina della quale mi ero innamorato a prima vista si fosse tradotta nella donna che mi sarebbe stata accanto in un percorso così lungo». Una donna che, aggiunge sorridendo, «avevo sposato senza conoscere tanto, solo perché era molto carina e immaginando che sarebbe rimasta sempre molto carina». Con il tempo, invece, «è diventata meno carina ma molto più importante, abbiamo condiviso una vita, i miei occhi sulla vita sono diventati quattro con i suoi.
È meraviglioso essere con lei che mi ha visto al meglio e al peggio in tutte le età della mia vita». Tutto questo ha generato Un matrimonio che, va detto, non è «solo una storia di rose e fiori in cui tutti i giorni ci sono solo baci, carezze e sorrisi. Include tutto ciò che succede nei matrimoni». Insomma, si parla di una famiglia felice e, ancora prima, di una coppia felice, in cui, come sottolinea Micaela Ramazzotti (che ne è la protagonista insieme a Flavio Parenti), «ci sono le tre parole che, come ha detto papa Francesco, servono a far durare i matrimoni: grazie, scusa e permesso». Dunque, Un matrimonio è una lunga storia familiare, in cui Avati 'ritrova' i nonni, gli zii, i cugini. E, soprattutto, «ripensa il matrimonio con grande centralità. Grande rispetto per chi ha sposato la persona sbagliata ma a volte, forse, c’è troppa fretta nel separarsi e nel non voler riconsiderare la persona che si ha accanto».
La storia di Un matrimonio è raccontata, come in un lunghissimo flashback, da una delle figlie della coppia protagonista, Anna Paola. Si parte dal primo incontro tra i suoi genitori, Carlo e Francesca, sulle rive del fiume Reno a Sasso Marconi. È il 1948 ed entrambi sono fidanzati con altre persone. Ma al primo sguardo, Francesca capisce che quello è l’uomo della sua vita: «Lo vede e dice: è mio, me lo prendo. E se l’è preso» commenta la Ramazzotti che, della 'sua' Francesca, dice: «Inizialmente è una giovane ingenua e un po’ imbranata che, però, ha dentro un sogno e una grande vitalità. E diventa la padrona di una famiglia, forte e determinata, con grazia e garbo. Una donna che è sana in un matrimonio sano». E che fa dire al vicedirettore di Rai Fiction Luca Milano: «Con i nostri prodotti parliamo spesso di sentimenti ma Un matrimonio ha un’ottica diversa e dimostra che anche quelle delle famiglie felici sono storie ricche e degne di essere raccontate». Un matrimonio è realizzato da Antonio Avati (per Duea Film) per Rai Fiction. Nel cast, oltre ai due protagonisti, ci sono tra gli altri: Valeria Fabrizi, Andrea Roncato, Antonella Ferrari, Giorgio Borghetti, Katia Ricciarelli, Roberto Ciufoli, Gisella Sofio, Mariella Valentini, Ettore Bassi e Corrado Tedeschi. C’è anche la partecipazione di Christian De Sica.