Tesi complottistiche, avvistamenti di
creature mitologiche, morti annunciate di persone vive e vegete,
ricchi premi e cotillon da vincere con un semplice click. Nel
flusso di notizie che scorre su Facebook, imbattersi in una
bufala è piuttosto comune. O forse lo è stato. Il social network
ha infatti dichiarato guerra alle notizie false che, promette,
da oggi avranno meno visibilità. E in rete si discute
sull'efficacia e i possibili effetti collaterali. Di recente la società di Mark Zuckerberg ha introdotto la
possibilità di additare le bufale, aggiungendo
una voce ad hoc
nel menu che consente di segnalare spam, contenuti porno e
incitamenti alla violenza. L'opportunità è stata subito colta
dagli utenti: "
I post che contengono truffe o notizie
volutamente fuorvianti sono segnalati due volte e mezzo di più
rispetto ai link ad altre notizie", spiega il social. Ora,
sulla base di queste indicazioni,
Facebook ridurrà la diffusione
di notizie false, e contrassegnerà i post che sono stati
ripetutamente segnalati per mettere in guardia tutti gli utenti.
Nel mirino ci sono truffe e bufale del tipo "clicca per
vincere una fornitura a vita di caffè", oppure "uomo avvista
dinosauro a passeggio nello Utah". A queste si aggiungono gli
annunci della scomparsa di persone famose ancora in vita, che
spesso rimbalzano sui social prima di trovare una smentita, e le
notizie che prendono spunto dall'attualità.Sulla scia della
strage di
Charlie Hébdo, ad esempio, non sono mancate le tesi
complottistiche e si è arrivati a titolare su Peppa Pig messa al
bando nel Regno Unito perché i maiali possono risultare
offensivi per i musulmani.
La satira, in cui potrebbe rientrare il titolo su Peppa Pig,
non dovrebbe però correre rischi. "Nella fase di test abbiamo
visto che le persone tendono a non segnalare contenuti satirici.
Questo tipo di contenuti non dovrebbe essere colpito", spiega
Facebook, aggiungendo che i post segnalati come falsi non
verranno rimossi.In rete tuttavia
non manca chi esprime
perplessità sull'efficacia e i possibili effetti collaterali, in
primis il rischio che le notizie vengano segnalate come false
perché qualcuno non è d'accordo sul loro contenuto. Se sull'efficacia si può discutere, la strategia di Facebook
sembra chiara: migliorare la qualità delle notizie mostrate, non
per alte aspirazioni ma per affari. Gli utenti non apprezzano le
bufale, così come non amano lo spam, le inserzioni pubblicitarie
e i suggerimenti di giochi di tendenza. Se si annoiano o si
sentono frustrati, accedono meno al social network, con
conseguenti ricadute sul business. Sempre in quest'ottica, ad
agosto
Facebook aveva deciso di penalizzare in termini di
visibilità le notizie 'acchiappa-click', cioè quei post con
titoli accattivanti del tipo "Non crederai mai quali sono le
star che hanno litigato sul Red Carpet. Clicca qui e scoprirai
chi è la donna per cui hanno discusso...". Notizie create per
generare traffico sui siti, ma che, una volta cliccato, non
offrono le informazioni promesse.