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«Un album più poetico che politico, dalle prospettive più ampie. Oggi che ho 47 anni trovo che le battaglie le debbano fare i ventenni, con il loro entusiasmo». E’ un Daniele Silvestri più riflessivo che militante, quello che incontriamo a Milano per il lancio di Acrobati, il suo nuovo lp che esce il 26 febbraio per Sony. Registrato negli studi di Roy Paci a Lecce, che contiene ben 18 tracce e che arriva dopo un periodo di stanchezza. "Pensavo di avere esaurito la mia vena creativa. Poi tornare in tournée con Niccolo Fabi e Max Gazzé mi ha fatto ripartire, e anche nell’album si sente". Nelle tracce, con il sempre riconoscibile tratto di Silvestri, ma musicalmente piu aperto, anche con le collaborazioni di quindici musicisti più artisti quali Caparezza che firma con lui La guerra del sale. Con uno sguardo sulla realtà a volte ironico, come i dubbi sui cibi biologici di Bio-Boogie, a volte drammatico, come la reazione di una donna vittima di abusi da parte del marito in Monolocale, o graffiante come la denuncia antisballo di Un altro bicchiere ritratto di una generazione che nell’alcol credere di trovare una forza che non ha. «Racconto gli errori degli esseri umani, che sono i miei - aggiunge Silvestri -. Ma con uno sguardo positivo. Perché Acrobati è la rivendicazione in questo momento storico, morale e politico, di un modo acrobatico di affrontare la vita». E mentre nel singolo in rortazione Quali alibi si invita ad assumerci le nostre responsabilità, un inno al cosmopolitismo è La mia casa, dove un giovane può sentirsi a casa sua sia a Berlino, che a Roma o a Marrakesh. "Il camino dei popoli è senza confini - conclude il cantante -. Nonostante le compresnsibili paure, occorre questo nostro continente deve cogliere l’ultima occasione per cambiare passo».
Il tour parte il 27 febbraio con la data zero di Foligno e quella del 4 marzo a Genova già sold out per proseguire lungo tutta la penisola.