Ma siccome gli Stadio sono la band nostrana più vicina alla canzone d’autore, non è solo di festa che si parla con Gaetano Curreri (voce e autore del gruppo): si parla anche di realtà. Fin dal commento al primo inedito del disco 30 i nostri anni , che si intitola appunto I nostri anni ed è cantato col coautore, il giovane Fabrizio Moro. «Non è per caso primo singolo e video – dice Curreri. Lo consideriamo il nostro Dio è morto. È un dialogo fra generazioni, come la nostra musica. In esso lui, trentenne, segnala dubbi, difficoltà, paure di un mondo che vede sgretolarsi. Fino a dire della 'Mancanza di fede da parte di un prete' che è solo provocazione, come il 'Dio è morto' di Guccini. Tanto che anche qui c’è il Dio che risorge: nel mio punto di vista di sessantenne credente, con la certezza della presenza di Cristo fin dal quotidiano.
Perché la risposta degli Stadio alla disperazione di troppi giovani è l’invito a credere in tanti esempi forti». Tanto che nel live ci sono apposta Per la bandiera dedicata ai martiri della strage di Capaci, Gaetano e Giacinto dedicata a Facchetti e Scirea, e anche il brano su Pantani. «Un giorno – ricorda Curreri – il responsabile di una comunità di recupero dalla droga mi disse che lo faceva ascoltare sempre perché i ragazzi non sottovalutassero la dipendenza. Se non era riuscito a vincerla un campione... ». Insomma, gli Stadio vogliono festeggiare parlando dell’oggi e rilanciando sui valori. «Senz’altro. Del resto dopo l’ictus che mi colpì sul palco nel 2003 mi sento io per primo più conscio di tante cose, che vogliamo far uscire anche in musica».
Però la festa ci sarà: a Bologna con Carboni (che torna a scrivere per gli Stadio nel secondo inedito, Bella), Morandi, Ron e alcuni ex del gruppo; e a Roma con Moro, Noemi, ma anche Zoff (amico di Scirea) e Tina Montinaro (vedova del capo scorta di Falcone). Nonché Carlo Verdone «senza il quale non saremmo qui. Nell’81 ci sentì suonare con Dalla e volle i nostri pezzi nella colonna sonora di "Borotalco". Uno era "Chi te l’ha detto", il primo fatto con Lucio quando mi "minacciò" pur di spronarmi a fare l’autore. L’abbiamo ripreso anche nel cd, ma sino all’81 neppure Lucio era riuscito a farcelo incidere ». Lucio, già: perché nel trentennale c’è pure dolore. «E profondo. Abbiamo perso Bigazzi che con noi ha scritto di Marco Pantani, Roversi, grande visionario cui dedicherò il prossimo progetto con sue poesie inedite, e Dalla. Il maestro. Lo ricordiamo col terzo inedito, Dall’altra parte dell’età ». E dopo i 30 anni? «Be’, tornerò a scrivere con Vasco… Sta bene, è pronto, è un altro amico: cui dobbiamo il non esserci sciolti qualche anno fa».