Uno sguardo, un incontro e amicizie improbabili in una bettola alla periferia di New York. Basta sentirsi un po' amati e la vita cambia. Prende spunto da una storia vera "Thirst" (Sete), il cortometraggio presentato in prima mondiale al 67esimo Festival del Film di Locarno, diretto da Rachel McDonald e interpretato da Melanie Griffith e Josh Pence. Racconta di Billy, un alcolista all'ultimo stadio che, ormai sul punto di suicidarsi, si imbatte per caso in Sue, una bionda dalla bellezza sfiorita che lo accoglie e lo guarda per quello che è.
Bastano uno sguardo senza moralismi e un'allegra compagnia perche' l'ubriacone Billy decida di rimettersi in gioco assaporando il gusto di una nuova vita piena di speranza. Tutto si svolge in tre giorni concentrati sullo schermo in soli 24 minuti: il pubblico del festival svizzero si e' commosso e adesso aspetta un seguito alla vicenda. Cosa succedera' tra Billy, Sue e la loro banda di amici?
"Thirst" e' stato il frutto di un'opera coraggiosa che forse avra' un sequel. "Il denaro necessario alle riprese e' saltato fuori da un crowdfunding sui social media - ha commentato la regista - e grazie al contributo di privati cittadini a cui e' piaciuto il soggetto del film abbiamo potuto raccontare come si puo' uscire dalla disperazione piu' nera e di come un briciolo di umanita' puo' vincere sul desiderio di morte: la gente si e' fidata di noi, ora speriamo con il 'corto' di far riflettere sul dramma dell'alcolismo e dell'emarginazione che porta con se".
Non e' la prima volta che accade da quando la crisi, di soldi e di idee, ha travolto anche Hollywood: un azionariato diffuso sfida le major. Il cinema indipendente e' a una svolta? "Non lo so - risponde la Griffith - per me e' stata sufficiente la proposta di Rachel: mi sto liberando anch'io dal demone dell'alcool e fare un film come questo mi e' stato utile' ho capito che aiutare gli altri significa aiutare se stessi".