martedì 19 novembre 2013
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Piccoli segnali di ripresa, così piccoli da non permettere però di «non poter sperare in un 2014 diverso dagli anni precedenti». Più una certezza che una previsione, quella espressa dal direttore generale della Siae, Gaetano Blandini, in occasione della presentazione dei dati della società relativi al primo semestre del 2013 (ieri nella sede romana di via del Sudario). E a soli due mesi dalla pubblicazione (tardiva) dell’annuario statistico dell’anno scorso, la situazione appare immutata. In generale rispetto allo stesso periodo del 2012 l’offerta di spettacoli è cresciuta del 1,38%, gli ingressi sono aumentati dello 0,69% e la spesa del pubblico ha fatto registrare un +5,01%. Il volume d’affari scende quasi ovunque, resiste solo nella musica leggera con notevole +19,18%. E sono poprio i concerti pop e rock a indicare la maggiore tenuta.Perché se gli spettacoli calano del 2,58%, crescono gli ingressi (+9,70%) e il botteghino, con +23,84%, a conferma della tendenza di lunga data di biglietti sempre più cari. Ed è significativo che nei primi sei mesi del 2013 sia l’unico settore ad aver aumentato il prezzo medi di ingresso.Decisamente meno rosea la situazione del teatro che registra il segno meno per tutti gli indicatori: spesa al botteghino e volume d’affari le perdite più consistenti (entrambi sopra il 7 per cento), ma calano anche gli ingressi (oltre il 4 per cento) e la spesa del pubblico (- 3,86%). I bicentenari di Wagner e Verdi hanno visto aumentare nella lirica: a fronte il numero degli spettacoli proposti (2,48%), così come è cresciuto il numero degli ingressi, ma non la spesa al botteghino (persi più di cinque punti percentuali). Il balletto fa ancora peggio e aggiunge anche il calo degli ingressi (-4,54%). E di nove punti è il calo della classia.Stabile rimane il cinema: volume d’affari e spesa al botteghino calano di quasi un punto percentuale, mentre aumentano timidamente proiezioni e ingressi (+0,22 e +3,95 per cento), merito del calo del prezzo medio dei biglietti del 4,63% (che però penalizza le vecchie strutture monosala), e cresce anche la spesa del pubblico (quasi 5 punti percentuali).Positivo il settore delle mostre ed esposizioni che cresce negli ingressi (tre punti in più rispetto al primo semestre dell’anno precedente). Rimane stabile invece la spesa al botteghino (più 0,43%), mentre quella del pubblico cresce di oltre il 20%. L’attività sportiva continua a registrare il maggior volume d’affari (pari a quasi 720 milioni di euro), ma segna un calo del 6,57% imputabile alla contrazione del settore calcio che produce da solo più dei due terzi del volume dell’intero settore.Corpose le variazioni a seconda dell’area geografica di riferimento. Tra le città con più di 300mila abitanti, Napoli è l’unica a registrare un aumento di tutti gli indicatori, mentre gli altri centri urbani rilevano segnali contrastanti.Un primo semestre che disegna un quadro preoccupante nonostante i segni di crescita perchè a mancare è «una riflessione seria – lamenta ancora il direttore generale – che porti ad interventi strutturali e alla comprensione da parte della politica. La Siae dà lavoro a tremila persone (in maniera diretta o indiretta) e senza la giusta attenzione la cultura riesce a resistere soltanto a un livello minimo di sopravvivenza».
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