martedì 3 gennaio 2017
Dietro i “megacolpi” dei club cinesi si muovono gruppi finanziari ed enti statali con patrimoni illimitati i quali usano lo sport principalmente per perseguire una politica espansionistica
La Cina si avvicina ... troppo
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Agli appassionati di calcio europei sembrano follie inspiegabili: 20 milioni di ingaggio annuale per Carlos Tevez, una cifra simile per Axel Witsel, offerta da quasi 100 milioni per il cartellino di Diego Costa, avance da 15 milioni a stagione per Pepe e un tentativo di arrivare addirittura a Cristiano Ronaldo. Il mercato di gennaio sta iniziando con lo stesso copione della sessione estiva. La campagna acquisti cinese impazza in inverno cosi come ad agosto, quando aveva fatto rumore il maxistipendio (quasi 16 milioni) pagato a Graziano Pellè dallo Shandong Luneng. La prima reazione è improntata all’incredulita per queste cifre folli che stanno modificando il centro gravitazione del pallone mondiale. Ma chi sono gli investitori senza limiti che controllano le proprietà dei club lanciati all’impazzata alla conquista dei campioni piu celebrati? Basta scorrere i nomi di questi colossi economici per rendersi conto che tutto obbedisce a una precisa logica, piu economica che sportiva, come spiegano da mesi gli osservatori piu avveduti. Dietro lo Shandong Luneng di Pellè, c’è la State Grid Corporation of China, in pratica l’Enel dello Stato asiatico, molto attiva anche all’estero dove partecipa alla realizzazione di centrali elettriche e altre infrastrutture. E la settima azienda per fatturato al mondo, davanti a Volkswagen e Toyota. 339 miliardi di dollari di ricavi all’anno. Lo Shanghai Shenhua, che ha riempito d’oro Tevez, appartiene al Greenland Group, multinazionale nel settore immobiliare. Secondo le stime dell’azienda stessa, si tratta della società immobiliare con piu metri quadrati posseduti al mondo, in testa alla classifica anche delle vendite realizzate. Da due anni ha iniziato a fare acquisti massicci all’estero rilevando complessi residenziali di lusso a Los Angeles, Londra, Sydney, Ney York e Toronto. L’altra faccia della Shanghai calcistica è rappresentata dallo Shanghai Sicp, la squadra di Hulk, Oscar e Villas-Boas. L’acronimo sta per Shanghai International Port Group, la societa che controlla il porto della megalopoli cinese, uno dei principali del mondo, il primo in assoluto per volume di traffico, 17.9 miliardi di dollari di fatturato secondo Forbes. Ha un fatturato da quasi 11 miliardi di dollari e asset per quasi 30 miliardi il China Fortune Land Development, la societa immobilitare proprietaria dell’Habei Fortune di Ezequiel Lavezzi, uno dei gruppi piu importanti d’Asia nel suo settore. Uno spaccato economico che vale più o meno mezzo trilione di dollari di ricavi, una somma enorme. È una fotografia di quello che si nasconde dietro il palcoscenico di questo kolossal sportivo da centinaia di milioni di euro. Il governo di Pechino utilizza lo sport piu popolare al mondo per facilitare l’espansione e aumentare la notorietà globale di alcunui dei suoi giganti economici. In quest’ottica il calcio diventa il mezzo per avvicinare il mercato occidentale dei servizi, favorendo l’approccio di gruppi che al- trimenti avrebbero fatto più fatica. Invece il pallone aiuta ad accorciare i tempi. Da questo punto di vista lo sport potrebbe essere semplicemente un grimaldello per trovare nuove vie commerciali e contendere il sotf power del calcio a Europa e Stati Uniti. Riuscire a strappare ai club del Vecchio Continente calciatori famosi, contesi da altre big europee, è una dimostrazione di forza riconoscibile a ogni latitudine. Gli addetti ai lavori più attenti infatti notano che non sta correndo di pari passo la creazione di settori giovanili all’altezza del compito di rendere davvero competitivo il calcio cinese. Senza dimenticare che spesso questi accordi milionari nascondono profili di incertezza. Spesso non si comprende se la cifra pattuita corrisponde al lordo o al netto, un’ambiguita che porta a spiacevoli incomprensioni quando le intese sono già in esecuzione. Tal- volta le avventure degli italiani in Cina si sono interrotte in maniera brusca dopo pochi mesi. È successo, ad esempio, ad Alessandro Diamanti ed Alberto Zaccheroni. Anche le tipologie contrattuali sono abbastanza sbrigative, soprattutto per quanto riguarda gli allenatori. In Super League di solito viene fatta firmare una clausola di esonero automatico con risoluzione immediata dietro il pagamento di una buonuscita. Qualcosa di simile aveva sottoscritto Frank De Boer all’Inter dei cinesi di Suning. Il gruppo di Nanchino sta interpretando alla perfezione il ruolo della multinazionale cinese da esportazione. Mercato estivo da 100 milioni, altri colpi in serbo per gennaio, la sponsorizzazione della Pinetina e grandi progetti per San Siro. Di tutt’altro profilo, all’insegna del mistero piu fitto, il segno dell’avventura dei cinesi in perenne trattativa per acquistare il Milan di Berlusconi. Sino Europe non ha contorni definiti e non sono più note le poche figure finora uscite allo scoperto (per modo di dire): Yonghong Li e Han Li. Non si sa nulla del loro passato imprenditoriale. Impossibile capire a quale disegno si ispiri questa trattativa che finora non sembra avere nessun punto di contatto con la grandeur calcistica di Pechino, perfetta scorciatoia per disegnare una nuova via della Seta verso l’economia occidentale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto grande: Carlos Tevez appena ceduto dal Boca Juniors allo Shanghai Shenhua In alto a sinistra: Axel Witsel passato dai russi dello Zenit al Tianjin Quanjian Il presidente cinese Xi Jinping in una recente visita in Germania alla società del Wolfsburg

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