Sarà un appello al governo, e in particolare al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, quello rivolto dall’industria musicale riunita a Sanremo, affinché l’Italia recepisca al più presto la nuova Direttiva sul Copyright. La Direttiva è stata adottata dall’Unione Europea nel 2019 dopo un lungo e articolato confronto, anche molto acceso, in sede comunitaria. Per l’industria musicale si tratta di uno strumento essenziale per garantire un migliore e più equilibrato accesso ai contenuti digitali, garantendo un’adeguata remunerazione e una maggiore responsabilità per le piattaforme, superando il cosiddetto “value gap” e proiettando definitivamente il settore nell’era dello streaming. Viene ricordato che oggi l’industria musicale rappresenta il settore con la percentuale di offerta online più elevata: oltre il 75% a livello globale – il 70% in Italia – del consumo di musica avviene grazie al digitale. Milioni di brani sono accessibili in qualsiasi istante e da qualsiasi luogo, senza barriere. Il mercato italiano, nei primi mesi del 2019, ha mostrato una crescita del 5%, con lo streaming a rappresentare il 67% del settore. E l’87% dei cento album più venduti nel 2019 sono stati di artisti italiani: un successo notevole, costruito anche da nuove generazioni di creativi. Le principali associazioni dell’industria musicale italiana, insieme a Siae e Confindustria Cultura, in occasione degli Stati Generali dell’industria musicale, saranno oggi protagoniste di una tavola rotonda che verrà ospitata alle ore 18 presso Casa Siae, a Sanremo, dove sottoscriveranno l’appello consegnato ai rappresentanti delle istituzioni. «La direttiva Copyright, approvata dal Parlamento di Bruxelles dopo anni di dibattito, rappresenta – dichiarato il presidente di Confindustria Cultura, Innocenzo Cipolletta – .un punto di equilibrio tra gli interessi dei consumatori, delle piattaforme e dei creatori di contenuto per uno sviluppo sano ed efficace dell’economia digitale dei prodotti culturali. Confidiamo nella responsabilità sempre dimostrata dal ministro Franceschini per il non più procrastinabile recepimento delle norme nell'ordinamento italiano».Intanto la Siae ha pubblicato sul proprio sito web (www.siae.it) una ricerca curata dall’Istituto italiano per l’Industria Culturale (IsICult), che propone una prima «valutazione di impatto» dei bandi per la creatività giovanile “under 35” affidati dal Mibact alla Siae stessa, nel triennio 2017-2019. Siae ha assegnato nell’arco di 3 anni circa 28 milioni di euro a 927 progetti vincitori, a fronte di ben 5.250 progetti concorrenti. Il “perimetro” degli interventi Siae è stato ampio: arti visive, performative e multimediali, cinema, musica, teatro, danza, libro e lettura. Sono state finanziate tutte le fasi della filiera e tutti i settori: libri, opere cinematografiche, dischi e concerti, performance teatrali e di danza, festival, traduzioni, interventi di rigenerazione culturale territoriale. Si tratta dei fondi corrispondenti al 10 % della cosiddetta “copia privata”, il compenso che si applica a supporti e apparecchi idonei alla registrazione audio/video (dai computer agli smartphone) in cambio della possibilità di effettuare copie a uso personale di opere protette dal diritto d’autore. I bandi hanno registrato un impressionante flusso di proposte progettuali: nell’arco dei tre anni ben 5.250 progetti, corrispondenti a 1.750 proposte l’anno, ovvero una media teorica di 5 progetti al giorno. È risultato vincitore il 18 per cento dei progetti presentati. Lo studio IsICult si pone come inedito esperimento per l’Italia di valutazione socio-economica di una iniziativa che ha registrato un alto impatto nel sistema culturale nazionale: stimolazione di progettualità e start-up, creatività artistica, estensione del pluralismo espressivo. I 927 progetti vincitori nel triennio sono stati sviluppati nei seguenti settori: 45 % musica, 24 % cinema, 15 % teatro e danza, 8 % libro e lettura, 8 % arti visive, performative e multimediali. I progetti risultati vincitori sono stati 204 per il 1° bando (2016), 274 per il 2° bando (2017), 449 per il 3° bando (2018). Il contributo medio assegnato da Siae ai 927 vincitori è stato di 29mila euro a progetto. Nell’arco delle tre edizioni (2016/2017/2018) dei bandi Siae-Mibac “copia privata”, sono stati coinvolti attivamente quasi 8mila giovani artisti, e nell’edizione 2018 (la prima con un bando dedicato esclusivamente alle scuole primarie e secondarie) quasi 27mila studenti. Le Regioni che hanno presentato più progetti, sul totale di 5.250 nel triennio, sono state il Lazio con 1.102 progetti (21 %), la Campania con 616 (11,7 %), la Lombardia con 594 (11,3 %), la Toscana con 452 (8,6 %), la Puglia con 430 progetti (8,2 %). Le Regioni che hanno vinto di più sono state: il Lazio, con 183 progetti vincitori (19,7 %), la Lombardia con 114 (12,3 %), la Toscana con 98 (10,6 %), la Campania con 91 (9,8 %), la Sicilia con 78 progetti (8,4 %). Dal punto di vista dei “moltiplicatori” (economici), si stima che per ogni euro apportato da Siae siano state messe in moto risorse per 1,56 euro. «Senza dubbio – dice il presidente IsICult, Angelo Zaccone Teodosi – i bandi Siae-Mibact hanno contribuito a mettere in moto migliaia e migliaia di progettualità, soprattutto giovanili, che probabilmente non avrebbero avuto chance di svilupparsi, a fronte della nota rigidità dello strumento storico di intervento dello Stato nel settore, il Fondo Unico per lo Spettacolo (Fus). Basti osservare che il Fus sostiene circa 2.000 iniziative l’anno, e che il fondo Siae per la creatività giovanile sostiene circa 330 progetti l’anno».
A Sanremo gli Stati generali della musica perché si recepisca la Direttiva sul copyright. E in tre anni di bandi Siae e Mibact hanno destinato 30milioni di euro a quasi mille progetti di “under 35”
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