mercoledì 21 novembre 2018
La fotografa americana Ami Vitale firma l'edizione 2019 del progetto comunicativo del marchio torinese del caffè: "Good to Earth". L'arte racconta sei progetti virtuosi per la tutela dell'ambiente

«In un mondo con più di 7 miliardi di persone dobbiamo cominciare a vederci come parte integrante del paesaggio. Dopo aver raccontato di guerra, povertà o salute in oltre cento Paesi, quello che mi ha veramente colpita è che, alla fine, gli esiti di qualsiasi storia sono condizionati dalla natura. Il nostro destino è legato alla sorte della natura». A parlare è Ami Vitale, fotografa americana del National Geographic Magazine. Una fotografa pienamente sul campo, che ha girato oltre 100 Paesi, dove è stata testimone di agitazioni civili e violenza, ma anche di bellezze sorprendenti e dell’eterno potere dello spirito dell’uomo. Ha vissuto situazioni estreme in zone di guerra, ha contratto la malaria, si è camuffata da panda per un uno dei suoi lavori più conosciuti, il bestseller Panda Love. Tutto con una filosofia: «Vivere la storia». Lavazza, l'azienda torinese del caffè, ha scelto proprio le foto di Ami Vitale per scandire mese dopo mese il 2019. Dopo l’edizione 2018 dedicata ai 17 obiettivi di sviluppo green delle Nazioni unite, il Calendario Lavazza 2019 continua a puntare sulla sostenibilità e sulla potenza del binomio arte e impegno sociale. Ed ecco il progetto “Good to Earth”, per raccontare e condividere, nonostante quello che purtroppo avviene sul fronte ambientale, buone notizie per la Terra, progetti virtuosi che silenziosamente si realizzano in diverse aree del mondo. La natura che dialoga con le opere di sei “natural artist”: Hula (Svizzera), Mantra (kenya), Saype (Colombia), Gomez (Thailandia), Millo (Belgio) e Gerada (Marocco). Un lavoro corale e diffuso nel pianeta sintetizzato dalla fotografa Ami Vitale (recentemente protagonista anche al Festival della fotografia etica di Lodi), con il suo stile inconfondibile. Al limite del gioco, ma che arriva nel profondo del cuore.

«La natura è l’opera d’arte per eccellenza, ma nel Calendario Lavazza diventa anche una tela bianca su cui si può incidere il proprio amore e impegno per l’ambiente – dice Francesca Lavazza nel presentare l'innovativo prodotto editoriale realizzato con la direzione creativa di Armando Testa -. Con un mix non convenzionale tra la fotografia d’autore di Ami Vitale e sei opere di nature art, una forma d’arte contemporanea e totalmente immersa nella natura, raccontiamo i progetti “Good to Earth” che fanno bene alla Terra. Buone notizie di cui oggi - continua - si avverte un grande bisogno: esempi positivi di comportamenti virtuosi, storie di riscatto personali e riqualificazione ambientale che speriamo possano contagiare le persone, soprattutto i più giovani, e ispirare un impegno diretto per la salvaguardia del nostro pianeta».

Così tra le vette più alte delle Alpi svizzere spicca il ritratto di due bambini che sembrano quasi ripararsi dal freddo e dallo scioglimento del ghiacciaio del Rodano sotto una coperta geotessile; in Kenya, nella baia di Gazi, galleggia una grande tela che, ancorata a una zattera, permette alle mangrovie e al martin pescatore del dipinto di fondersi con la fauna acquatica e la vegetazione della foresta; in Belgio c’è un muro che racconta la rinascita dell’ex zona industriale di Genk, affidata all’operosità delle api, mentre in Marocco, con un rastrello prendono forma due grandi mani che tentano di irrigare il deserto; e se nella foresta thailandese ci si imbatte in una donna fiera, ritratta su lastre di plexiglass, in Colombia appare una gigantografia della piccola Maria Paula distesa sull’erba che custodisce fra le mani una piantina di caffè. Sei opere che richiamato altrettante esperienze reali di buone pratiche ambientali, individuati da Lavazza e dal programma di sviluppo delle Nazioni Unite in quattro continenti. Buone notizie per la Terra. Segni (e scatti) di speranza, di un futuro migliore. Possibile. Con gesti semplici, ma di tutti.

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