Il prossimo campionato di Serie A potrà essere trasmesso anche al cinema
All’immediata vigilia dell’inizio del massimo campionato di calcio, la sensazione proveniente dalla vox populi espressa anche o soprattutto tramite i social network è che la corsa all’adeguamento tecnologico ed economico al nuovo schema della Serie A in tv sia in netto ritardo, che non tutto sia realmente chiaro, soprattutto che emerga un fastidio per il doppio sforzo richiesto al mondo degli abbonati abituali o novizi.
Tutto figlio anche del periodo ancora molto vacanziero, per carità. Ma in attesa di avere numeri che, tra qualche settimana, certifichino i movimenti verso le nuove piattaforme, si aprono scenari interessanti per i media alternativi alla Regina Televisione per il racconto e la documentazione del campionato.
E su tutti - a sorpresa, ma non troppo – ecco la Regina Madre, la Radio. La radio, che principalmente tramite la Rai continuerà a seguire l’intero torneo, rimane un punto fermo a dispetto di uno “spezzatino” sempre più pronunciato che tanto per cominciare penalizza la trasmissione, il marchio storico delle frequenze statali, vale a dire Tutto il calcio minuto per minuto, che parte per la sua avventura numero 60 – visto che è cominciata una fredda domenica del campionato 1959/1960 – e che non si arrende, ci mancherebbe, a una formula che proporrà sole quattro partite nella fascia più classica della domenica pomeriggio. Ovviamente ci sarà l’edizione del sabato, con il primo anticipo di Serie A e le gare della Serie B, così come i singoli racconti di tutti gli altri pezzetti sparsi lungo il fine settimana, compreso ovviamente quello del lunedì sera.
Ma un sapore ancora più vintage di quello della radio, lo offre il cinema: perché tra i vari pacchetti di diritti messi in vendita, c’è anche quello della trasmissione della partita sul grande schermo, o in un teatro, con una formula da vera “pay-per-view”: la sala interessata può anche acquistare il singolo evento, la singola partita, richiedendola almeno la settimana prima alla sua disputa e a patto che il luogo di proiezione sia ad almeno ottanta chilometri di distanza da quello in cui il match viene disputato.
Per quanto riguarda le cifre in entrata e in uscita per gli esercenti, sono state stabilite quote contenute: per l’acquisto della gara, 150 euro in cambio di un biglietto per gli spettatori pari a 7 euro. Dell’incasso, tuttavia, i gestori delle sale tratterrebbero solo il 40%, con il rimanente 60% destinato invece alla Lega calcio.
Nessuna notizia ufficiale, ancora, su quella che sarebbe stata la richiesta per le partite della prima giornata, e nella fattispecie su Chievo-Juventus, che causa atteso esordio di Cristiano Ronaldo e ampia distribuzione del tifo bianconero in tutte le zone del Paese, dovrebbe essere il piatto forte.
Quello che è certo è che le associazioni di categoria si sono dimostrate alquanto freddine e scettiche sull’operazione, sia per la “revenue sharing”, sia soprattutto perché il sabato e la domenica sera sono da sempre le serate di massimo incasso per le sale: rischiare l’interruzione di un flusso comunque alto per un incasso che certamente non cambierebbe il destino del botteghino non sembra, per il momento, l’idea migliore. Staremo a vedere.
Certo, Regina Televisione più che l’assalto del popolo cinematografico teme quello del web. Mare praticamente infinito, utenti idem con un taglio tra l’altro decisamente più giovane e capace di manovrare le tecnologie. Qui, la sfida è su due fronti. Il primo, conosciuto e combattuto già in tutti gli ultimi anni, è quello dei siti pirata e dei social network basati sui video tramite i quali vengono “craccati” i segnali televisivi poi ri-diffusi in streaming.
Un braccio di ferro che ha visto anche dei risultati, chiusure di pagine, di portali che avevano davvero messo insieme un traffico preoccupante per i broadcaster ufficiali: ma molti dei contrabbandieri di partite messi alla porta rientrano dalla finestra, e i navigatori più smaliziati sanno dove e come trovarli. Partita ancora difficile, purtroppo.
Il secondo aspetto, invece, è più che ufficiale, legale e getta una prospettiva più che interessante e lucrosa per la Lega e i club, e inquieta – magari – il mondo televisivo. È quello dei grandi player di internet, dei grandi social network, da Facebook a Twitter fino ad Amazon che già in molti Paesi esteri si sono aggiudicati la trasmissione degli eventi sportivi di assoluta centralità proposti poi tramite gli account delle stesse Leghe da cui acquisiscono i diritti.
Un anticipo della Lega spagnola sulla piattaforma di Zuckerberg, che nel Regno Unito proporrà anche una partita per giornata del campionato italiano, e quali visto che le prime due scelte sono cadute sulla citata Chievo-Juventus e su Inter-Torino del secondo turno. Twitter ha già spazi importanti nello sport americano e ha registrato risultati più che soddisfacenti in questa estate di precampionato, con Roma, Inter e Milan che hanno proposto in streaming le rispettive prime amichevoli con accessi nell’ordine dei cinque zeri.
La qualità crescente sia dell’immagine, che dei dispositivi mobili dai quali seguire tutto senza per forza essere davanti a un pc o dovere collegare un televisore precedente all’era smart, favorisce e favorirà sempre di più una scalata che, visti anche le enorme risorse a disposizione, dovrebbe cominciare già dal prossimo giro di assegnazione dei diritti, in programma nel 2021. Quasi un ulteriore invito, per tutti gli agée o i nostalgici, a un ultimo giro di valzer con i cari, vecchi media.