Il trombettista Michele Pavesi sul Brenta - -
Nell’antica Grecia, tre era il numero perfetto. Eppure, a Nicolle Boroni manca una mano, mentre Kevin Ferrari e Gianluigi Rosa (già bomber della nazionale paralimpica di hockey su slittino) si svegliano ogni giorno con una gamba sola. A volte, però, trovarsi da un giorno con l’altro fisicamente imperfetti non significa essere tagliati fuori dalla vita, e nemmeno dover rinunciare al proprio sport preferito. Lo dimostreranno domenica questi tre alpinisti disabili, arrampicando il “Campanile Teresa” e il “Croz del Rifugio” che sovrastano il rifugio Pedrotti nel cuore delle Dolomiti di Brenta. È una guida alpina l’artefice sei anni fa dell’iniziativa, Simone Elmi di Molveno ( Trento). Da allora, quest’esperienza è diventata un appuntamento fisso dell’estate dolomitica, e ogni anno raccoglie nei rifugi del gruppo dolomitico - campo base delle arrampicate - il tifo di un pubblico sempre più numeroso.
Nel 2015, a calpestare le nevi perenni di cima Tosa (3.170 metri) era stato Oghi, un ragazzo con forti problemi di autismo. E da quel momento non si è persa nemmeno un’estate, un florilegio di emozioni raccontate dal libro fotografico di Filippo Frizzera edito il mese scorso. Ma Brenta Open - così si chiama l’iniziativa - è ben più che un evento sportivo. Nelle parole di Elmi diventa quasi una filosofia d’azione, un «nuovo concetto di accessibilità che pone al centro l’individuo e la sua volontà», uno strumento che «rende fruibili luoghi naturali apparentemente insormontabili, ma conquistabili grazie anche a soluzioni innovative e inaspettate». Non solo: «Il progetto - spiega - si propone di accompagnare l’attività alpinistica con intermezzi culturali, storici e artistici, in grado di descrivere i contesti sociali e storici che hanno contraddistinto le Dolomiti, ed emozionare i partecipanti unendo attraverso la musica luoghi e persone diversi». Ed è ormai una tradizione rimasta inedita il concerto tra le vette, che nella tarda mattinata della domenica suggella la conquista delle cime da parte degli alpinisti con disabilità.
Anche quest’anno parteciperà il sassofonista romagnolo Michele Selva, in trio con Michele Pavesi di Trento (tromba) e Giovanni Caprioli di Brescia (violoncello). Arrivati gli alpinisti in vetta, le note dell’ Inno alla Gioia di Beethoven. Seguiranno alcuni brani di Johann Sebastian Bach, sino al finale in eco che vedrà impegnati i tre musicisti in un quasi scontato omaggio a Ennio Morricone e al suo immortale Gabriel’s Oboe. Quest’anno, ad accompagnare al rifugio gli alpinisti con disabilità saranno anche due studenti del Liceo della montagna di Tione di Trento (Istituto Lorenzo Guetti), primi partecipanti a un progetto pilota di attività alpine “inclusive”. Tra parentesi: nelle vesti di capocordata verso il “Croz del Rifugio” è stato ingaggiato Michele Maggioni, una guida alpina “speciale”. Gli manca una gamba, eppure...