Fino ad oggi, secondo la letteratura medica, c'era stato un solo caso in Inghilterra, nel febbraio 2014.
Ora, grazie all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, cinque ragazzi di età media 25
anni hanno protesi ossee stampate in 3D. Sono i primi impianti
di questo tipo in Italia.La progettazione delle protesi "su misura" - spiegano all'sopedale - si è basata sui
dati del paziente, ricavati con tac e risonanza. È stato così
realizzato un bacino virtuale, poi identificato il 'pezzò che
andava sostituito.
La stampante 3D realizza le protesi come se fossero pezzi
mancanti di un puzzle tridimensionale, così poi 'si incastranò
esattamente dove i chirurghi asportano la parte d'osso malata.
Le protesi impiantate a Bologna sono in titanio. Così, dopo
l'intervento i pazienti hanno maggiore possibilità di riprendere
a camminare correttamente.Al progetto della stampa 3D delle protesi all'ospedale Rizzoli lavorano una
quindicina di persone.Queste e altri prospettive della stampa 3D in
medicina verranno illustrati venerdì nella conferenza che
sancirà la nascita dell'Italian Digital Biomanufacturing
Network, che nasce per collegare gli sperimentatori che hanno
raggiunto i risultati più avanzati nell'applicazione medica di
questa tecnologia.Arriva invece dall'Austria la notizia dell'invenzione di una gamba artificiale che permette al paziente amputato disentire le sensazioni che arrivano dal piede robot. A sperimentare laprotesi un uomo di 54 anni, Wolfgang Rangger, che ha perso la gambadestra nel 2007. "Mi sento come se avessi di nuovo il piede", commentaalla Bbc online.Il dispositivo conta sei ispositivi chemisurano la pressione di tallone, dita e il movimento del piede. Isegnali vengono rilasciati attraverso un micro controller eraggiungono le terminazioni nervose nel moncone del paziente arrivandofino al cervello.