Direttamente dagli Stati Uniti la Bibbia tv dei record arriva su Rete 4 in primavera, come evento 'clou' della prossima stagione. Prodotta da History Channel, con oltre 13 milioni di spettatori The Bible è stato il programma più visto su una tv via cavo nel 2013. A questi numeri si aggiunge il record di miniserie più venduta in BluRay della storia. Dieci puntate di 50 minuti che ripercorrono l’intero testo dalla Genesi fino alla predicazione di Pietro e Paolo, che presto negli Stati Uniti sbarcheranno al cinema in una versione di tre ore.
Da noi, come anticipa ad Avvenire il direttore di Rete 4 Giuseppe Feyles, La Bibbia andrà in onda in prima tv assoluta in 5 puntate, due ore ciascuna in prima serata, a partire da febbraio «per far coincidere l’ultima puntata con la Pasqua». «Il prossimo anno la nostra stagione darà molto spazio ai prodotti internazionali di eccellenza – spiega Feyles –. La Bibbia sarà il nostro fiore all’occhiello. Unisce una spettacolarità, che è necessaria a una rete che punta al grande pubblico, a una fedeltà al testo che è raro trovare in altri prodotti». L’opera infatti, per stessa ammissione degli adattatori Roma Downey e Mark Burnett, si ispira visivamente al padre di tutti i kolossal biblici, I Dieci Comandamenti di Cecil B. De Mille. Al tempo stesso, sono stati interpellati ben 47 tra storici e teologi che si sono basati sulle versioni del testo biblico più aggiornate. La sigla di apertura precisa che «questo programma è un adattamento della Bibbia, il libro che ha cambiato il nostro mondo. Lo sforzo è di essere più fedeli possibili allo spirito della pubblicazione ». E in effetti queste due anime (effetti specia- li e battaglie da una parte, la fedeltà alla Parola dal-l’altra) cercano di convivere, con esiti cinematografici alterni. Folgorante, comunque, è l’attacco del primo episodio, dove la creazione del mondo contenuta nella Genesi è narrata da Noè alla sua famiglia nel bel mezzo di una furibonda tempesta, aprendosi a carrellate sulle terre e sui mari popolati di animali selvaggi degne del National Geographic. Poi la narrazione diventa più organica, suddivisa in quadri biblici dall’intento didascalico, in cui i vari episodi sono introdotti da una voce fuori campo.
Così nel narrare la vicenda di Abramo non manca nulla: la voce del Signore che lo invita a partire per la Terra promessa, la nascita di Ismaele dalla schiava egiziana Agar, l’annuncio dei due angeli all’anziana Sara della sua prossima maternità, il sacrificio di Isacco. Il regista si scatena in un film d’azione, invece, quando si tratta della distruzione di Gomorra tra fuoco e zolfo, con i due corazzati angeli inviati in città, uno di colore e uno giapponese, che muovono fendenti a destra e a manca stile L’ultimo samurai . Il secondo episodio, Esodo , segue in modo più appassionante la storia di Mosé, con tanto di piaghe d’Egitto e una separazione delle acque del Mar Rosso da fare invidia a quella con Charlton Eston. «Condensare in 10 puntate l’Antico e il Nuovo testamento è un’opera da fare tremare i polsi – aggiunge Feyles –. Questa Bibbia può risultare un po’ didascalica e il gusto americano si vede, ma ritengo che i pregi siano enormemente maggiori dei difetti. In quanto cattolico sento l’esigenza di raccontare la Bibbia attraverso la fiction al grande pubblico, specie giovane, perché purtroppo vedo troppa ignoranza. Non pretendiamo di sostituire il catechismo, né l’educazione, ma se fatta con onestà e con rigore anche una fiction tv può risultare uno strumento utile». E se fa bene anche agli ascolti di Rete4, tanto meglio. La seconda serata vedrà raccontare le vicende di Giosué, Sansone, e il regno di Davide; la terza volerà dall’esilio a Babilonia all’annuncio a Maria, la Natività e il battesimo di Cristo. Sarà proprio la figura di Gesù, interpretata dall’attore portoghese Diogo Morgado, a dominare le ultime due puntate, la quarta sulla sua missione fino alla cattura nel’orto di Getsemani e la quinta dedicata alla Passione, alla Resurrezione, per concludere con la predicazione degli apostoli e le figure di Pietro e Paolo. «Offriremo al pubblico un prodotto di qualità, ben recitato e dai dialoghi inappuntabili » spiega Feyles raccontando come proprio ai dialoghi italiani sia dedicata grande cura con il coinvolgimento di ben 120 attori nella struttura di doppiaggio Mediaset di Roma. Anche l’investimento economico della rete è imponente, ma «ne vale la pena. Costruiremo intorno alla Bibbia anche programmi di approfondimento senza dimenticare che nel nostro magazzino abbiamo La Bibbia di John Huston e I Dieci Comandamenti di De Mille».