Gian Lorenzo Bernini, "Busto di Urbano VIII", particolare, 1658, bronzo. Collezione Principe Corsini, Firenze - Antonio Quattrone.
Quando c’è la ricchezza e la qualità di collezioni come quelle di Palazzo Barberini e di Palazzo Corsini (da qualche tempo unite in un’unica realtà museale), basta poco per dar vita a una mostra. Se poi si aggiunge la felice presenza di un prestito eccezionale, si può parlare di evento. Da poco più di una settimana, fino al 30 luglio 2023, infatti, è possibile ammirare, nella magnifica sala affrescata da Andrea Sacchi, presso la Galleria d’Arte Antica di Palazzo Barberini, il busto fuso in bronzo di papa Urbano VIII, scolpito da Gian Lorenzo Bernini, oggi a Firenze, qui generosamente concesso in prestito dal Principe Corsini. In questo modo, per la prima volta, sarà possibile confrontare, con un unico colpo d’occhio, il busto bronzeo con la versione marmorea del Ritratto di Urbano VIII (inv. n. 2258) conservato a Palazzo Barberini e notare le sottili, ma importanti differenze che ci restituiscono un volto sereno e quasi ironico per il marmo; mentre il pontefice della statua bronzea pare di età più avanzata e dall’aspetto più ufficiale. In realtà, entrambi i busti, si devono alla richiesta del cardinal Antonio Barberini, quando il pontefice era passato a miglior vita da ben più di un decennio.
Gian Lorenzo Bernini, "Busto di Urbano VIII", 1658, bronzo. Collezione Principe Corsini, Firenze - Antonio Quattrone
Come ha scritto Maria Grazia Bernardini nel suo monumentale catalogo delle sculture di Bernini uscito da poco (Bernini. Catalogo delle sculture, II, Allemandi), attraverso le lettere fra il cardinale e lo scultore, è stato possibile ricostruire tutte le circostanze della committenza cui va aggiunto l’esemplare oggi conservato al Louvre giacché nel 1672 venne donato, insieme a un Crocifisso, al re di Francia.
La piccola ma preziosa mostra, però, non è solo dedicata al confronto fra due capolavori. Grazie all’allestimento permanente del museo, si respira l’atmosfera di un’epoca che allora ruotava intorno a un personaggio della levatura straordinaria di papa Barberini. Così, accanto ai busti, compare anche il ritratto che Gian Lorenzo Bernini dipinse ritraendo, con un tocco di freschezza, il futuro pontefice quando era ancora cardinale, con la mozzetta rossa e lo sguardo acuto che ritroviamo pure nel busto marmoreo.
Gian Lorenzo Bernini e bottega, "Busto di Urbano VIII", 1655 circa, marmo. Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma - Mauro Coen
Completa l’insieme la presenza di un altro capolavoro, quello del Cardinal Francesco Barberini, realizzato verso il 1580 da Lorenzo Ottini che era uno degli uomini-chiave della Curia romana dagli anni Trenta ai Settanta del XVII secolo.
Quello che è impagabile, poi, è l’ambiente perché l’esposizione, come si è già detto, ci accoglie nella sala affrescata, fra il 1629 e il 1631, da Andrea Sacchi il quale, su richiesta del papa, dipinse l’Allegoria della divina Sapienza. Quest’opera maestosa e dall’afflato cosmico (che forse adombra il precoce accoglimento della teoria galileiana di stampo copernicano, poi negata dallo stesso papa), fu concepita per riprodurre la configurazione astrale della notte fra il 5 e il 6 agosto del 1623, quando Maffeo Barberini, salì al soglio pontificio. Non basta però, perché come se niente fosse, sulla parete del camino si può ammirare il bozzetto del pittore romano. Insomma, una stanza delle meraviglie, fra arte e storia, con al centro il felice sodalizio fra Bernini e i Barberini.
Roma, Palazzo Barberini
Gian Lorenzo Bernini
Il busto di Urbano VIII In prestito dal Principe Corsini
Fino al 30 luglio