La pallacanestro ruota ancora intorno a Milano e Siena. I due poli opposti del parquet italico continuano ad animare la discussione in campo e fuori. Quando c’è un’importante posta in palio Siena ritrova magicamente il controllo della palla, a dispetto della contrazione del portafogli e dello “scippo” di gran parte della squadra effettuato da Milano che, di fronte all’ennesimo esame di maturità, fa scena muta, anzi, ammutolisce il Forum.
I quarti delle Final Eight di Coppa Italia hanno promosso toscani (vittoriosi contro Roma) e respinto per l’ennesima volta la squadra milanese costruita per vincere tutto e che niente riesce a portare a casa, con grande disappunto – per usare un eufemismo visto il volto sempre più scuro mentre osservava naufragare i suoi ragazzi - di Giorgio Armani. Il munifico proprietario-sponsor dell’Olimpia, nonostante gli assegni ricchi di zeri sottoscritti annualmente, continua a vedere la sua bacheca desolatamente vuota. Ormai comincia a temere che per vincere non bastano i soldi e, forse, neppure tentare di trapiantare nella nebbiosa pianura lombarda quel modello che risultava vincente sulle dolci colline toscane.
Milano ha provato a copiare lo “stile” di Siena, poi lo ha letteralmente comprato, assoldando il tecnico e i giocatori migliori. L’operazione sembrava andata a buon porto, vista la lunga serie di vittorie con la conseguente conquista della vetta del campionato e le straordinarie performance in Eurolega. Ma il brusco stop di ieri, contro Sassari, ha spalancato la porta a incubi già vissuti nel recente passato. La squadra di Luca Banchi è fortissima, non ha e non può avere paura degli avversari ma deve temere solo se stessa, i suoi cali di tensione quando pensa di avere già vinto prima che suoni la sirena, senza pensare che anche il piccolo Davide è riuscito ad abbattere Golia, senza considerare che chi parte battuto gioca sempre fino all’ultimo istante perché non può permettersi la resa, soprattutto anticipata.
L’Armani del passato in campo non aveva fame, sembrava appagata dai ricchi contratti. La nuova squadra ha un atteggiamento diverso e la Coppa Italia le ha dato una grande lezione di umiltà. Forse l’ingrediente che mancava nella formula magica importata da Siena.