Settant’anni fa, il 14 giugno del 1940, lo stesso giorno in cui le truppe naziste entravano a Parigi, il campo di concentramento di Auschwitz entrò in funzione e i primi 728 prigionieri vi fecero il loro ingresso. Altri 313 prigionieri li seguirono pochi giorni dopo. Erano militari, studenti e oppositori politici polacchi, provenienti dal carcere di Tarnow presso Cracovia e dal campo tedesco di Dachau, con l’aggiunta di prigionieri politici tedeschi già detenuti nel campo di Sachsenhausen, presso Berlino. Altri tremila prigionieri circa vi furono deportati da Varsavia entro il successivo mese di settembre. Il campo, nato come campo di quarantena e di smistamento dei polacchi – militari, oppositori politici, intellettuali – conteneva anche ebrei, ma in numero limitato e arrestati in quanto oppositori politici, non in quanto ebrei. Solo a partire dal 1942 Auschwitz sarebbe divenuto il luogo primario dello sterminio degli ebrei d’Europa: un milione e centomila ebrei deportati, di cui quasi un milione assassinati. Duecentomila in totale i deportati non ebrei. Il campo non fu costruito in una zona deserta, ma ai margini della città di Auschwitz, un nodo ferroviario situato vicino alle strade di comunicazione principali. Auschwitz, in polacco Oswiecim, era una città importante, che nella storia era passata più volte dalla dominazione tedesca a quella polacca. Con una popolazione in maggioranza ebraica, era un importante centro di cultura ortodossa ebraica, tanto da essere chiamata la «Gerusalemme di Oswiecim». Notevole era anche, tra gli ebrei della città, la diffusione del sionismo. Con l’occupazione nazista della Polonia, gli ebrei dell’intera regione furono fatti confluire nella città. Nell’aprile del 1940, quando si decise di costruire il lager, essi furono impiegati coattivamente nella sua costruzione. Il primo nucleo del lager utilizzò le baracche di un campo di sosta per emigranti lavoratori stagionali, costruito all’inizio del Novecento. Fu fin dall’inizio ideato come un campo molto grande, di 40 km², destinato ad accogliere diecimila prigionieri, un numero altissimo. Nel maggio 1940, l’ufficiale delle Ss Rudolf Höss fu nominato capo del campo.Il campo creato nel 1940, Auschwitz 1, rappresentò solo il primo nucleo di quella che sarebbe presto divenuta una vera e propria città concentrazionaria, formata da tre campi e da 39 sottocampi. All’inizio del 1942 vi si aggiunse Auschwitz II (Auschwitz-Birkenau), destinato principalmente allo sterminio degli ebrei. Nell’ottobre dello stesso 1942, fu creato Auschwitz III (Auschwitz-Monowitz), destinato ai prigionieri impiegati a lavorare come schiavi nello stabilimento del gruppo industriale chimico tedesco, l’IG Farben. Il gruppo si era infatti installato ad Auschwitz nel 1941, trasferendovi anche i dipendenti dell’impresa, con le loro famiglie. La città era stata trasformata in un modello di città moderna, all’avanguardia dal punto di vista urbanistico. Contemporaneamente, tutti gli ebrei della città erano stati rinchiusi in centri di raccolta e ghetti della zona, da cui furono poi deportati ad Auschwitz-Birkenau.La gassazione tramite lo Zyklon B, un composto a base di cianuro, fu introdotta ad Auschwitz 1 il 3 settembre 1941 su seicento prigionieri di guerra sovietici e duecentocinquanta polacchi ammalati, e successivamente adottata in tutto il complesso di Auschwitz. Nel 1943 il campo di Auschwitz-Birkenau divenne il centro principale di sterminio degli ebrei. A quella data, infatti, degli altri quattro campi di solo sterminio creati in territorio polacco, Belzec e Majdanec erano stati chiusi mentre a Treblinka e Sobibor erano state sospese le gassazioni dopo due tentativi di rivolta dei prigionieri. Le gassazioni ad Auschwitz furono sospese nel novembre 1944. Il campo fu liberato dalle truppe sovietiche il 27 gennaio 1945.Il periodo fra il giugno 1940 e l’inizio del 1942 è quindi quello in cui, prima che fossero costruiti Auschwitz 2 e 3, il campo fu destinato principalmente ai prigionieri polacchi, in tutto circa 150000, 75000 dei quali non sopravvissero. Anche in assenza di camere a gas e di una precostituita volontà di sterminio, le condizioni di questi prigionieri erano durissime, le violenze e le uccisioni numerosissime, il lavoro forzato terribile. La prima testimonianza diretta dal campo è quella di un ufficiale dell’esercito polacco, Witold Pilecki, sopravvissuto ad Auschwitz per essere accusato di spionaggio e assassinato dai comunisti nel 1948, che si fece arrestare nel settembre 1940 per poter entrare nel campo ed organizzarvi la Resistenza e che vi restò fino al 1943, quando riuscì ad evadere. Suoi sono i rapporti forniti già a partire dal novembre 1940 al governo polacco in esilio e ai governi alleati sulle terribili condizioni del campo. Relazioni in cui, tuttavia, Auschwitz appare come un terribile campo di concentramento destinato a sterminare i polacchi, e in cui lo sterminio degli ebrei appare solo marginalmente e sullo sfondo. Se tutte le testimonianze, le fonti e i libri sulla Shoah sparissero, e restassero solo le testimonianze di Witold Pilecki, nessuno avrebbe nel futuro la possibilità di capire che Auschwitz è stato anche e soprattutto il luogo dello sterminio degli ebrei d’Europa.