Per molti anni, dopo la sbornia televisiva delle serie tv, è stata sinonimo di cinema di serie B, più attento a logiche industriali che artistiche. Parliamo dell’animazione asiatica che con la sola eccezione del grande maestro giapponese Hayao Miyazaki, collezionista di Oscar e premi nei maggiori festival internazionali, è rimasta per lo più relegata al seppur vastissimo mercato interno. Curioso allora che il pubblico italiano abbia proprio in questi giorni a disposizione nelle sale ben tre film orientali: il bellissimo Miyazaki d’annata,
Il castello nel cielo, il coreano
Leafie – Una storia d’amore di Oh Seongyun e il malese
Seafood – Un pesce fuor d’acqua di Goh Aun Hoe, da domani in sala. Se date un’occhiata al manifesto del film vi accorgerete quali sono i modelli di riferimento di questo cartoon: tra viaggi avventurosi, squali decisi a tradire la propria natura di predatori e pollastri allo sbando impossibile non pensare a
Alla ricerca di Nemo,
Shark Tale e
Galline in fuga. D’altra parte con tutti i sequel in arrivo l’originalità non sembra di casa neppure nelle major americane.L’idea del film, nata dodici anni fa, quando l’animazione digitale aveva già conquistato Hollywood, ruotava inizialmente intorno a uno squalo che, stanco del menù marino, arriva sulla terra in cerca di una nuova fonte di cibo. «Come sarà il sapore del pollo?» si chiede con l’acquolina alla bocca. Quindi questo spunto si è arricchito di nuove idee e nel 2007 il progetto della Silver Ant Malaysia ha trovato l’appoggio economico del Children’s Channel di Al Jazeera, colpita da un altro lavoro della casa di produzione malese, una serie animata su Saladino, l’uomo che aveva unito i musulmani durante le Crociate. Ed ecco quindi che il regista ha potuto finalmente mettersi al lavoro potendo contare su 35 animatori e un budget necessario per raggiungere uno standard qualitativo internazionale.La storia è quella di un piccolo squalo, Pup, impegnato in una difficile missione: recuperare decine di sacchi di uova rubate dal suo
reef da bracconieri e salvare quindi centinaia di fratelli e sorelle non ancora nati. Per farlo dovrà salire sulla terraferma, protetto da una stravagante armatura che gli permette di respirare e muoversi fuori dall’acqua. Ma non sarà solo in questa avventura: Julius, gigantesco e inoffensivo squalo bianco dal cuore d’oro, decide di seguire e proteggere il suo piccolo amico. Nel frattempo liquame e spazzatura degli umani prendono la forma di mostri marini e comincia a invadere la barriera corallina.I messaggi sono chiari e puntano contro l’arroganza del genere umano che si considera padrone del pianeta, l’inquinamento dei fondali marini e la follia di chi non esita a fare strage di squali per la famosa zuppa di pinna. Negli Usa non è consigliato ai piccolissimi per alcune scene considerate troppo violente, ma anche il piccolo Nemo ne aveva viste delle belle e i bambini avevano provato la giusta dose di paura. Tra gli altri personaggi del film una saggia tartaruga che cambia idea sugli squali perché non bisogna mai giudicare dalle apparenze, un pesce nevrotico per la continua paura di essere mangiato, un geniale inventore acquatico che dovrà mettere da parte i propri pregiudizi contro gli squali. E poi ancora anguille, granchi e galline, tutti in fondo uniti contro il predatore più feroce: l’uomo.