Il presidente tedesco Steinmaier - Ansa
La reazione dei grandi del mondo è stata quasi immediata e gli interventi si sono susseguiti nel corso della giornata.Tra i primi a commentare la morte di papa Benedetto XVI è stato il cancelliere della sua nazione di origine, il socialdemocratico Olaf Scholz. "Come Papa 'tedesco' – ha detto - , Benedetto XVI è stato un leader ecclesiastico speciale per molti, non solo in questo Paese. Il mondo perde una figura formativa della Chiesa cattolica, una personalità combattiva e un intelligente teologo. Il mio pensiero va a Papa Francesco". Con il premier anche lì opposizione tedesca di Cdu-Csu: "Riposa in pace, papa Benedettto XVI. Nel 2005 fu eletto Papa. Fu il primo tedesco a guidare il Vaticano in quasi 500 anni. Non sara' mai dimenticato".
Accorato anche il commiato da parte del presidente federale tedesco. "L'unità della cristianità e il dialogo tra le religioni, la coesistenza tra la religione e la società erano particolarmente vicini al suo cuore. Ha cercato il dialogo con gli ebrei e con i musulmani, oltre che con tutti i cristiani nel mondo'', ha affermato Frank-Walter Steinmeier, “il suo lavoro come professor Joseph Ratzinger ha reso l'insegnamento della teologia e della filosofia ancora più accessibile, ha detto Steinmeier. Questo ha permesso a molte persone, ''non solo cattoliche'' a trovare ''un orientamento chiaro'' nel suo lavoro, ha scritto il presidente tedesco. Steinmeier ha poi ricordato che il defunto Papa si era confrontato con il problema degli abusi sessuali e del loro sistematico insabbiamento. "In questo ambito si era mostrato particolarmente responsabile. Benedetto sapeva della grande sofferenza delle vittime e dell'immenso danno per il credibilità della Chiesa'', ha aggiunto. Steinmeier ha poi parlato della decisione di Benedetto di rinunciare al suo incarico, definendo le sue dimissioni "una cesura inaspettata nella storia della Chiesa".
Un altro personaggio che ha vissuto in prima persona il pontificato di Benedetto è Angela Merkel. "La chiesa cattolica la Germania e il mondo perdono con Benedetto XVI uno dei rappresentanti più combattivi e significativi del pensiero religioso del nostro tempo, ha scritto l'ex cancelliera sulla sua pagina internet, commemorando il papa emerito Joseph Ratzinger. "In queste ore ricordo molto bene anche Joseph Ratzinger come persona e le sue radici profonde nella terra natia bavarese. Due anni fa ci era stato per l'ultima volta - ha concluso - per congedarsi dal fratello Georg Ratzinger".
Il ricordo del Parlamento Europeo è nelle parole di Roberta Metsola, la presidente: "Non abbiate paura né del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza". "Con dolore abbiamo appreso la notizia della scomparsa di Sua Santità, il papa Emerito Benedetto XVI. L'Europa lo piange. Che riposi in pace". Dopo di lei anche la numero uno della Commissione Europea.
"La scomparsa di Papa Benedetto mi rattrista. La mia solidarietà va a tutti i cattolici. Con le sue dimissioni aveva dato un segnale forte. Si è visto prima come un servitore di Dio e della sua Chiesa. Una volta che la sua forza fisica è diminuita, ha continuato a servire attraverso il potere delle sue preghiere". Lo ha scritto su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Il “dolore” in poche righe nel comunicato del premir britannico Rishi Sunak che piange la scomparsa del “grande Papa e teologo”. Dall’India anche il profondo dolore del primo ministro Modi. "Addolorato per la scomparsa del Papa emerito Benedetto XVI, che ha dedicato tutta la sua vita alla Chiesa e agli insegnamenti di Cristo Signore. Sarà ricordato per il suo ricco servizio alla società. I miei pensieri sono con i milioni di persone in tutto il mondo che soffrono per la sua scomparsa".
Ha scritto sui social il premier indiano Narendra Modi sulla scomparsa di Papa Ratzinger. "Insieme noi cattoliche e cattolici piangiamo. Papa Benedetto XVI era una figura storica notevole, un grande studioso già dalla tenera età. Benedetto XVI è stato uno dei pochi leader ecclesiastici di lingua tedesca ed il primo Papa". E’ il commento invece su Twitter dell cancelliere austriaco. "Aveva un rapporto particolarmente apprezzato con l'Austria, ricordo bene la sua visita nel nostro Paese nel 2007. Che riposi in pace". Papa Benedetto XVI, nativo di Marktl am Inn in Baviera, a pochi chilometri dal confine austriaco, dal 7 al 9 settembre del 2007 si era recato in visita in Austria: un tre giorni caratterizzata dal maltempo. Il culmine del suo pellegrinaggio era stato la santa messa davanti a 32.000 fedeli a Mariazell in Stiria. Visitò anche Vienna e l'abbazia cistercense di Heiligenkreuz. Per il premier polacco Andrzej Duda, "Papa Benedetto XVI è andato alla Casa del Padre. Oggi il mondo ha perso uno dei più grandi teologi del XX e XXI secolo, stretto collaboratore di S. Giovanni Paolo II. La sua vita, le sue opere e il suo ministero pastorale sono un segnavia tra le tante strade tortuose e ingannevoli del presente".
Il Papa emerito è stato invece per il capo della Chiesa anglicana “uno dei più grandi teologi della sua epoca”, L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby ha anche aggiunto che “Papa Benedetto è stato uno dei più grandi teologi della sua epoca, impegnato nella fede della Chiesa e risoluto nella sua difesa". E nel suo messaggio di condoglianze per la morte di Benedetto XVI, re Carlo III - il sovrano britannico che è anche capo supremo della Chiesa d'Inghilterra - loda inoltre gli sforzi del papa emerito per "rafforzare il rapporto tra la Comunione anglicana globale e la Chiesa cattolica".Da Mosca anche le parole di Kirill che lo ha definito un “grande difensore dei valori tradizionali”. Il Patriarca ha anche scritto a papa Francesco. ''È con tristezza che ho ricevuto la notizia della morte del suo predecessore, il Papa emerito Benedetto XVI - scrive il Patriarca Kirill -. I molti anni di vita di Sua Santità hanno segnato un'intera epoca nella storia della Chiesa cattolica romana, che ha guidato in un periodo storico difficile, associato a molte sfide esterne e interne.L'autorità incondizionata di Benedetto XVI come eminente teologo gli ha permesso di dare un contributo significativo allo sviluppo della cooperazione intercristiana, alla testimonianza di Cristo di fronte a un mondo secolarizzato e alla difesa dei valori morali tradizionali''. Nella lettera a Francesco, Kirill ricorda di aver avuto ''l'opportunità di incontrare personalmente più volte Benedetto XVI durante il suo mandato sul soglio di Roma'' e di aver potuto quindi constatare ''il suo profondo amore per il cristianesimo orientale e, in particolare, il sincero rispetto per la tradizione dell'ortodossia russa''.
''Durante il pontificato di Benedetto XVI - prosegue Kirill -, i rapporti tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana si sono notevolmente sviluppati nello spirito di fraterna collaborazione e nel desiderio di interazione sulla via del superamento dell'eredità talvolta dolorosa del passato. A nome della Chiesa ortodossa russa, esprimo le mie condoglianze a lei e ai fedeli della Chiesa cattolica romana per la sua perdita''.
In fotocopia la reazione del capo del Cremlino Vladimir Putin che ha sottolineato la figura di Benedetto come grande "difensore dei valori cristiani tradizionali". E ha aggiunto: "Durante il periodo del suo Pontificato, la Russia e il Vaticano hanno intessuto relazioni diplomatiche su vasta scala e le relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana si sono sviluppate", ha detto nel suo telegramma inviato al Pontefice. "Ho avuto la possibilita' di incontrare questa persona straordinaria e conservero' i ricordi piu' cari di lui. Vorrei estendere la mia sincera solidarieta' in quest'ora dolorosa".
Lunghissima e densa di contenuto è stato invece il commiato dell'Eliseo. "Il Papa emerito Benedetto XVI ci ha lasciato, dopo aver segnato la Chiesa con il suo sigillo di teologo e dopo aver lavorato instancabilmente per un mondo maggiormente improntato nel segno della fratellanza". Lo ha affermato Emmanuel Macron nella nota nota della presidenza francese. "Nato Joseph Ratzinger nel 1927 - ricorda il presidente francese - è cresciuto in una modesta famiglia bavarese che gli ha insegnato l'amore per il pianoforte, le lettere, la storia e il feroce rifiuto di ogni forma di fascismo. I suoi genitori gli trasmisero la loro profonda pietà, tanto che all'età di 7 anni il piccolo Giuseppe chiese come regalo di Natale un messale e una casula sacerdotale. Ma mentre la sua mente girava verso il sacerdozio, quello dei suoi contemporanei si lasciò contagiare dal nazismo". "Come tutti della sua generazione - prosegue la nota - dovette piegarsi alla Gioventù hitleriana a quattordici anni, poi a sedici in servizio militare. Ferito dal fanatismo, il giovane rifiutò di arruolarsi nelle SS, abbandonò il suo reggimento, ma fu catturato e trascorse sei settimane in prigione, prima che, grazie alla capitolazione tedesca, fosse liberato. L'effervescenza intellettuale degli anni del seminario gli fece capire che la sua vocazione di sacerdote era inseparabile da un destino di teologo e di accademico.
Per questa ragione non ha mai distinto la religione della ragione. Aveva fede in Dio, e fede nello spirito umano, nella sua capacità di chiarire instancabilmente i sentieri della trascendenza. La forza dei suoi scritti lo portò ad essere scelto per partecipare al Concilio Vaticano II". "Allora era considerato un riformista, una fama paradossale per un Papa così spesso in seguito definito conservatore. Senza dubbio si meritava entrambe le etichette contemporaneamente: il suo riformismo aveva uno scopo conservatore: tornare alle fonti del passato per rivitalizzare il qui. Gli importava poco non seguire il vento della liberalizzazione del maggio '68, perché la Chiesa aveva ai suoi occhi una missione di profetica contraddizione che doveva assumere con coraggio. Nominato arcivescovo e poi cardinale da Paolo VI, fu scelto cinque anni dopo da Giovanni Paolo II per guidare la Congregazione per la Dottrina della Fede, punta di diamante della riflessione dottrinale della Chiesa. Durante i 24 anni trascorsi alla sua guida, poi durante i suoi otto anni di pontificato, mai cessò di approfondire il mistero della fede cristiana, costruì dighe contro le correnti progressiste e consolidò la tradizione della Chiesa in materia di liturgia, celibato dei sacerdoti e bioetica". "Ha lavorato - prosegue il lungo ricordo della presidenza francese - anche per il riavvicinamento interreligioso ed ecumenico attraverso il lancio di ponti tra credenti, specialmente tra cattolici e ortodossi. Lungi dal ricercare la fusione tra Stato e Chiesa, ha ricordato l'importanza di una distinzione del religioso e del politico, la cui mutua indipendenza non implica indifferenza, ma dialogo. Ha anche invitato i cristiani a investire se stessi come cittadini. Le sue encicliche chiamano ad una globalizzazione rispettosa che ridistribuisca le risorse tra ricchi e poveri, ad un'economia umana che conserva il senso del dono e della condivisione, ad un'ecologia integrale che rispetta il pianeta come dignità umana.Il suo affetto per la Francia gli valse la nomina di membro straniero della nostra Accademia delle Scienze morali e politiche. Gli anni di seminario gli avevano permesso di impregnare il suo pensiero sugli scritti di Bergson, Sartre e Camus, per appassionarsi a Claudel, Bernanos, Mauriac e Maritain". "Queste affinità intellettuali si arricchivano di amicizie umane, intrecciate nel corso dei suoi viaggi a Parigi e dei suoi scambi con prelati e teologi francesi che esercitarono una forte influenza sul Concilio Vaticano II, in particolare i futuri cardinali Daniélou, de Lubac e Congar. Quando era ancora cardinale, Ratzinger è stato delegato di Papa Giovanni Paolo II per il sessantesimo anniversario dello sbarco in Normandia, e, divenuto Sua Santità Papa Benedetto XVI, viaggiò attraverso la Francia nel settembre 2008, impressionando i suoi ascoltatori con la finezza della sua cultura e l'eleganza del suo francese. Le sue pretese su se stesso erano alte quanto l'accettazione della sua missione. Per questo, di fronte al declino delle sue forze fisiche, prese una decisione inaudita da secoli: quella di rinunciare al soglio di Pietro. Divenuto dunque Papa emerito, condusse all'ombra di un monastero una vita di silenzio e di preghiera". "Il Presidente della Repubblica - conclude la nota - saluta un interlocutore illuminato della Francia nella sua costruzione di una 'laicità positiva', che ha saputo portare la Chiesa battuta dalle tempeste del '900 nel suo terzo millennio. Rivolge ai cattolici di Francia e del mondo le sue sincere condoglianze".
Sentito anche il ricordo dell'ex capo dell'Eliseo, Sarcozy. "Il mio pensiero va subito ai cattolici del nostro Paese - ha insistito l’ex presidente Nicolas Sarkozy - che hanno amato e soprattutto infinitamente rispettato questo Papa, l'ultimo ad aver riservato un viaggio apostolico in Francia e la cui azione pastorale sarà stata segnata dal desiderio di unione e riconciliazione tra i cristiani al di là di dibattiti teologici, lotte ideologiche e scismi. Questo immenso teologo, il cui pensiero e i cui scritti irrigheranno a lungo la vita della Chiesa, avrà sopportato anche con infinita abnegazione le crisi che scossero la Chiesa cattolica al tempo del suo pontificato ma le cui radici erano purtroppo molto più antiche". Ad affermarlo ancora in una nota è l'ex presidente della Repubblica francese, Sarkozy.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha salutato la memoria del Papa Emerito Benedetto XVI in un comunicato in cui ricorda il suo "impegno tenace per la non violenza e la pace". "I suoi potenti appelli alla solidarietà con le popolazioni ovunque emarginate e le sue esortazioni a ridurre il crescente divario tra ricchi e poveri sono più pertinenti che mai" ha sottolineato Guterres. Il presidente eletto del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha voluto a sua volta esprimere il suo cordoglio per la morte del papa emerito Benedetto XVI. "Ho ricevuto con tristezza la notizia della morte del papa emerito Benedetto XVI. Abbiamo avuto opportunità di conversare durante la sua visita in Brasile nel 2007 e poi in Vaticano sul suo impegno con la fede e gli insegnamenti cristiani. Esprimo il mio desiderio di conforto ai fedeli e agli ammiratori del Santo Padre", ha scritto Lula che si insedierà domani alla presidenza del Brasile.
Nel tardo pomeriggio anche il messaggio del presidente ucraino Volodimir Zelensky. "Esprimo le mie sincere condoglianze a papa Francesco, alle gerarchie e ai fedeli della Chiesa cattolica di tutto il mondo per la morte di papa Benedetto XVI, straordinario teologo, intellettuale e promotore di valori universali", ha scritto Zelensky su Twitter. Al termine dello shabbat anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso le sue condoglianze per la morte del Papa emerito Benedetto XVI, che ha definito "un grande leader spirituale pienamente impegnato nella storica riconciliazione tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico".
"A nome di tutti i cittadini di Israele, invio le mie profonde condoglianze al mondo cristiano per la scomparsa di Papa Benedetto XVI", si legge in una dichiarazione di Netanyahu, che giovedì ha assunto la carica di primo ministro per la sesta volta.
"E' stato un grande leader spirituale pienamente impegnato nella storica riconciliazione tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico, che ha espresso in modo commovente durante la sua storica visita in Israele nel 2009", ha detto Netanyahu, ricordando il suo incontro con il pontefice. In quell'occasione, "ha parlato con calore dell'eredità comune del cristianesimo e dell'ebraismo e dei valori che questa eredità ha portato a tutta l'umanità". Lo ricorderemo come un vero amico dello Stato di Israele e del popolo ebraico", ha concluso.
Solo nel tardissimo pomeriggio anche dalla Casa Bianca è arrivato il ricordo del presidente. Di papa Benedetto "ricorderò sempre la generosità e accoglienza, nonché la significativa conversazione". Così Joe Biden rende omaggio a Joseph Ratzinger nel giorno della sua morte. E, nel suo messaggio di cordoglio, scrive: "Io e Jill ci uniamo ai cattolici di tutto il mondo, e a tanti altri, nel lutto per la scomparsa del Papa emerito. Ho avuto il privilegio di trascorrere del tempo con lui in Vaticano nel 2011. Sarà ricordato come un rinomato teologo, con una vita di devozione alla Chiesa, guidato dai suoi principi e dalla sua fede".