venerdì 3 giugno 2016
​Favorito il primo cittadino uscente. I grandi temi assenti dal dibattito.
Bologna, la città placida che non si scalda per il sindaco
COMMENTA E CONDIVIDI
Domenica a Bologna verranno chiamati al voto più di 300mila cittadini. I candidati che si fronteggeranno saranno nove. Se fino a qualche settimana fa tutti i sondaggi davano senza dubbio vincente il sindaco uscente, Virginio Merola, in quota Partito democratico, tanto che gli addetti ai lavori consideravano il ballottaggio poco meno di un miraggio e lo stesso Merola si dichiarava convinto di correre praticamente da solo, oggi, a due giorni dal voto, il quadro appare un po’ più complicato. A guadagnare terreno sono soprattutto il Movimento 5 Stelle e il Centro destra, più precisamente i candidati Massimo Bugani e Lucia Borgonzoni. Figlio di un artigiano e con la passione della fotografia, Bugani è consigliere comunale come pure la leghista Lucia Borgonzoni, pupilla di Salvini, che oltre ad essere capogruppo della Lega in consiglio comunale e responsabile del Movimento giovani padani di Bologna è anche pittrice avendo esposto in diverse mostre. Tutto interno al partito è invece il curriculum di Virginio Merola, trapiantato in quel di Bologna dal Casertano all’età di 5 anni e da allora cresciuto sotto le Due Torri, con una laurea in filosofia e trascorsi bersaniani prima di diventare renziano di ferro. Il sindaco uscente, negli ultimi mesi, ha plaudito a molte delle iniziative del nuovo arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, anche se molti ricordano che proprio Merola fu uno dei primi a sfidare l’autorità del prefetto trascrivendo in qualità di ufficiale civile, siamo nel settembre del 2014, gli atti di matrimonio esteri di coppie formate da persone dello stesso sesso. La vittoria di Merola alle amministrative di cinque anni fa è stata netta, del resto la maggioranza di sinistra a Bologna è sempre apparsa inscalfibile, fatta eccezione per la parentesi di Giorgio Guazzaloca che nel 1999, a sorpresa, vinse al ballottaggio contro Silvia Bartolini, portando per la prima volta dal dopoguerra una coalizione di centrodestra alla guida della città, per essere poi sconfitto quattro anni dopo al primo turno da Sergio Cofferati. Quella volta si disse che la sinistra aveva schierato un 'pezzo da 90', pur di non perdere la sua città vetrina. Oggi lo scenario è completamente diverso. Più che a Bologna il partito di Renzi sembra guardare al risultato di Milano e di Roma, dando per scontata la tenuta di un fedelissimo come Merola. Eppure le cose potrebbero non essere così scontate, proprio perché la tradizionale maggioranza di sinistra si è spaccata in due. Si è formata infatti una consistente area anti-Partito democratico che si riconosce nella lista 'Coalizione Civica', guidata da Federico Martelloni, giovane professore associato di Diritto del Lavoro all’Università di Bologna. Pugliese di origine, ex studente fuori sede, proprio negli anni degli studi all’Alma Mater ha conosciuto compagni di strada con cui ha condiviso battaglie che poi lo hanno portato in Chiapas al fianco degli Zapatisti, a Genova per il G8 del 2001, in Palestina con la carovana Action for Peace. Ha vinto le primarie di Coalizione Civica con il 60 per cento dei voti espressi. Unione di Centro e Nuovo Centro Destra sostengono invece Manes Bernardini, un passato alla Lega come consigliere comunale, che si candida con una lista civica che ha come capolista Giulio Venturi, giovane nipote di Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle nuove Br, e l’ex portiere del Bologna Nello Cusin. Bernardini, avvocato specializzato in diritto civile e diritto dei consumatori, in città è una figura stimata e popolare. Nelle amministrative del 2011 si candidò sindaco della coalizione di centrodestra sfiorando il ballottaggio per poche centinaia di voti. Due anni fa, uscendo dalla Lega, ha fondato il progetto civico 'Insieme Bologna', con il quale è candidato alla carica di sindaco nel voto di domenica. Il "Popolo della Famiglia" a Bologna è rappresentato da Mirko De Carli, trentaduenne romagnolo da tempo attivo nel capoluogo emiliano per lavoro, amicizie e impegno sociale. De Carli è anche coordinatore nazionale dei Circoli La Croce Quotidiano di Mario Adinolfi, tra i promotori del Family Day di Piazza San Giovanni e del Circo Massimo. Infine gli ultimi quattro in corsa sono Sergio Celloni, candidato di Gol, Giustizia Onore e Libertà, lista civica di area centrodestra; Matteo Badiali, consigliere comunale di Zola Predosa; mentre i Verdi si presentano con Davide Celli, figlio del famoso entomologo Giorgio Celli, scomparso nel 2011. Chiude Ermanno Lorenzoni, ex operaio Trenitalia, in campo per il partito dei Comunisti lavoratori.Di fronte a un panorama così complesso, in cui forse mancano nomi di spicco assoluto con una prevalenza di figure stimate e conosciute nella società civile, il risultato delle urne potrebbe anche sorprendere per i numeri. Se Merola infatti non dovesse raggiungere il quorum al primo turno, un eventuale ballottaggio, in uno scenario di possibili alleanze, potrebbe persino riaprire i giochi. Non a caso Matteo Salvini ha continuato a "investire" sullo scacchiere bolognese, tornando più volte in città anche a costo di sfidare la protesta di collettivi e centri sociali. Lo stesso ha fatto il vicepresidente della Camera, il pentastellato Luigi Di Maio, per sostenere Bugani. A parte singoli episodi, la campagna elettorale è stata tutt’altro che accesa e ha mantenuto toni civili. Partita abbastanza tardi, si è svolta tutto sommato in un clima di serenità, e questo è il dato positivo, senza picchi e senza dichiarazioni eclatanti, e questo lo è un po’ meno. I candidati si sono presentati agli elettori quasi in sordina, col rischio di non rendere sentita la partecipazione al voto e di fare crescere la distanza dalla politica. Quello che è mancato è un dibattito serio e un confronto propositivo su temi concreti, a cominciare dal lavoro, i servizi, il rilancio di una città a misura di famiglie, le infrastrutture e il problema abitativo, drammatico purtroppo anche in una città come Bologna. In ogni caso appare chiaro che saranno i canditati del Movimento 5 stelle e della Lega, Bugani e Borgonzoni, a contendersi un eventuale ballottaggio con Merola, che resta comunque il favorito. Un fattore decisivo sarà quello dell’astensionismo. Domenica i bolognesi torneranno in tempo dal mare? Di sicuro questo dato avrà un peso tutt’altro che indifferente sul risultato.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: