"Manda più armi": a quattro giorni dal massacro del 14 luglio rivendicato dal Daesh, il telefono
cellulare di Mohamed Lahouaiej Bouhlel - l'autista killer che
con il suo camion da 19 tonnellate ha falciato a morte almeno 84
persone sul lungomare di Nizza - si rivela una fucina di
informazioni per gli inquirenti della procura antiterrorismo.
Dagli sms inviati poco prima dell'eccidio sulla Promenade des
Anglais emerge che il tunisino di 31 anni residente in Francia
non stesse agendo da lupo solitario ma potesse invece disporre
di una retrovia logistica se non di una vera e propria rete
jihadista. Alcuni quotidiani inglesi, tra cui l'Independent,
riferiscono di un tesoretto da 100mila euro da lui inviato ai
familiari in Tunisia nei giorni prima della strage. Il 12 e 13
luglio, il mostro di Nizza ha inoltre effettuato i necessari
sopralluoghi con il tir della morte sulla Promenade più famosa
di Francia. Una notizia che ha trovato conferma grazie alle
immagini della fitta rete di videosorveglianza presente in
città.
"
Manda più armi, portane 5 a C.", ha scritto alle 22.27 del
14 luglio, diciotto minuti prima di passare all'azione, nell'sms
inviato a uno dei
sette sospetti fermati dalla polizia. Sabato erano stati interrogati l'ex moglie dell'attentatore (liberata, il suo avvocato, Jean-Yves Garino, parla di una donna
"distrutta") e altre quattro persone vicine a lui mentre ieri è stata fermata una coppia di albanesi, un uomo e una
donna, sospettati di aver fornito le armi a Bouhlel attraverso
un intermediario arrestato anch'esso. Tra l'altro, sarebbe
proprio quest'ultimo il destinatario del messaggino inviato dal
terrorista. Fermato nel pomeriggio di domenica un altro individuo di 37 anni
considerato vicino al killer.
Nei giorni precedenti alla sua spedizione di morte l'uomo
descritto come "megalomane", "violento", "narciso" e "seduttore"
(tra le foto ritrovate sul suo cellulare ci sarebbero anche
quelli di possibili conquiste femminili e maschili, dicono gli
inquirenti) ha provveduto a scattarsi numerosi "selfie" a bordo
del camion che aveva prenotato già il 4 luglio (poi ritirato
l'11, una settimana dopo) presso l'agenzia "Via Location" di
Saint-Laurent-du Var. Un dettaglio che rafforza ulteriormente la
tesi di un attacco pianificato e premeditato. Nella Francia
sotto choc, con 29 persone, tra cui un bambino, ancora in
rianimazione, i familiari del killer parlano di un suo selfie
in mezzo alla folla festosa poco prima del massacro. Da
quell'ultima sua immagine ricevuta sullo smartphone sembrava
"molto contento", ha spiegato il fratello Jabeur citato dalla tv
M6, aggiungendo: "Ha detto che era a Nizza con i suoi amici
europei per celebrare la festa nazionale". Sulla foto appare
"molto felice, rideva".
Dall'analisi delle connessioni web è inoltre emerso che il
trentunenne tunisino radicalizzatosi "molto rapidamente" ha
consultato numerosi video violenti con brutali esecuzioni.
Secondo i verbali citati da radio RMC, uno dei tre agenti che
giovedì hanno fermato la sua folle corsa racconta di "aver
sparato fino a che non si muovesse più". I poliziotti hanno
sparato 27 volte. Come già emerso Bouhlel è stato ritrovato
morto nella cabina, dal lato del passeggero.
Intanto, dai cinema della République è stato ritirato
'Bastille Day', un film uscito alla vigilia dei fatti di Nizza
che racconta in modo quasi profetico la preparazione di un
attentato nel giorno della Festa Nazionale, per "rispetto alle
vittime".