Secondo il segretario della Cgia,
Giuseppe Bortolussi, "l' introduzione dell'euro centra relativamente poco" nell'impennata dei prezzi che "va ricondotta al costo sempre più crescente registrato dalle materie prime, in particolar modo dal gas e dal petrolio, dall'incidenza delle tasse e dei cosiddetti oneri impropri, che gonfiano enormemente le nostre bollette, e ai modestissimi risultati ottenuti con le liberalizzazioni. Per le bollette dell'acqua potabile - conclude Bortolussi - è vero che la variazione percentuale è stata la più consistente, ma va anche sottolineato che gli importi medi pagati da ciascuna famiglia italiana sono ancora adesso tra i più bassi d'Europa". Dal 2000 (anno di liberalizzazione del settore) al 2011, i biglietti dei trasporti ferroviari sono aumentati del 53,2%, contro un aumento del costo della vita pari al 27,1%. Dal 2003 - anno di apertura del mercato del gas - al 2011, il prezzo medio delle bollette è aumentato del 33,5%, mentre l'inflazione è cresciuta del 17,5%. Se tra il 1999 (anno di apertura del mercato) e il 2011, il costo delle tariffe dei servizi postali è aumentato del 30,6%, pressochè pari all'incremento dell'inflazione avvenuto sempre nello stesso periodo (+30,3%), per l'energia elettrica la variazione delle tariffe, avvenuta tra il 2007 ed il 2011, è stata sempre positiva (+1,8%), anche se più contenuta rispetto alla crescita dell'inflazione (+8,4%). Solo nei servizi telefonici le liberalizzazioni hanno abbattuto i costi. Tra il 1998 (anno di liberalizzazione) ed il 2011, le tariffe sono diminuite del 15,7%, mentre l'inflazione è aumentata del 32,5%.