La vicenda della carte trafugate ha il suo inizio nel
gennaio scorso quando giornali e tv iniziano la pubblicazione di documenti vaticani riservati. Testi raccolti nel volume “Sua santità” di Gianluigi Nuzzi. A
marzo Benedetto XVI istituisce una Commissione cardinalizia, chiamata a fare piena luce sulla vicenda e a riferirne direttamente al Papa. E’ presieduta dal cardinale Julian Herranz e ne fanno parte altri due porporati: Josef Tomko e Salvatore De Giorgi.Il 23
maggio la Gendarmeria vaticana arresta l’ex aiutante di camera del Papa, Paolo Gabriele, che il 21
luglio è messo ai domiciliari. Nella sua casa vengono trovati, tra gli altri materiali, una pepita d’oro, un assegno da 100mila euro intestato al Papa dall’Università Sant’Antonio di Guadalupe e una copia piuttosto rara dell’Eneide con la traduzione di Annibal Caro. Sempre a luglio la Commissione cardinalizia fa avere il rapporto conclusivo dei suoi lavori al Papa, cui spetterà decidere se e come divulgarne gli esiti. Il 13
agosto il giudice istruttore Piero Antonio Bonnet rinvia a giudizio Paolo Gabriele con l’accusa di furto aggravato e il tecnico informatico Claudio Sciarpelletti, nome nuovo emerso nell’inchiesta, che dovrà invece rispondere di favoreggiamento.La prima udienza si è tenuta lo scorso 29
settembre presente il solo Gabriele mentre il procedimento nei confronti di Sciarpelletti è stato separato e rinviato a data da destinarsi. Il 2
ottobre la seconda udienza del processo durante la quale è stato sentito lo stesso Gabriele.