In Piemonte è l'ora dell'angoscia. Per tutta la giornata si sono susseguite notizie confuse, fino alla conferma della Farnesina delle tre vittime italiane, quattro secondo le autorità tunisine. I nomi tardano ad arrivare, ma a Torino si teme il peggio. Trentun crocieristi appartengono al Cral del Comune di Torino. Molti di loro sono accompagnati da familiari. "Un fatto crudelissimo, inumano, inconcepibile e da condannare nei termini più assoluti". Così il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin,ha definito l'attacco terroristico di Tunisi. "È da sperare - aggiunge - che in nome di Dio non si commettano più violenze". "A Torino ci sentiamo tutti colpiti", ha detto l'arcivescovo Cesare Nosiglia. "Invito tutti a unirsi nella preghiera e nel ricordo per le persone uccise o cadute, e nella solidarietà con le loro famiglie". Stiamo uniti, ha aggiunto "a quei valori di civiltà, di rispetto della vita e di dignità della persone che sono alla base della nostra tradizione cristiana e cultura civile".Il sindaco Fassino ha indetto per giovedì sera davanti a Palazzo civico una manifestazione, "Torino contro il terrorismo" per "esprimere solidarietà alle vittime" e "fare argine e muro contro le violenze". In qualità di presidente dell'Associazione Comuni italiani (Anci), Fassino ha chiesto a tutte le città a unirsi alla manifestazione.L'angoscia per i dispersi"Tra i sequestrati c'erano quattro dipendenti comunali, più due lorocongiunti, di due sappiamo che sono sani e salvi perché abbiamo avuto un contatto telefonico, di quattro non abbiamo notizie, i cellulari sono staccati e non abbiamo possibilità di comunicare", ha spiegato in serata il sindaco Piero Fassino. Desta preoccupazione in particolare la sorte di una coppia, che i figli non riescono a contattare. Carolina B., 51 anni, è una delle quattro dipendenti del Comune di Torino coinvolta nell'attentato di Tunisi. La donna è stata presa in ostaggio dai terroristi con il marito Orazio nel museo del Bardo. L'agenzia Lapresse l'ha contattata mentre era dentro al Museo, nel gruppo degli ostaggi, ma poi non c'è stata nessuna altra comunicazione. Della coppia, fino a sera, la famiglia non sapeva nulla. Così come i due figli non hanno notizie di Antonella S., un'altra dipendente del Comune. Il figlio Simone, 20 anni, racconta che l'ultima volta in cui si è collegata a WhatsApp erano le 14, l'ora dell'assalto terroristico.
In quel momento al Museo Bardo c'erano anche i genitori del rabbino capo di Torino, Ariel Di Porto. Entrambi sono stati liberati e a quanto si apprende sono in buone condizioni anche se il padre nella fuga sarebbe rimasto lievemente contuso in una caduta.Tra i feriti dell'attacco al museo del Bardo di Tunisi c'è anche una coppia di turisti novaresi che era in crociera a bordo della 'Costa Fascinosa' insieme al gruppo di dipendenti del Comune di Torino. I due, Francesco Caldara, pensionato di 64 anni, e la compagna Sonia Reddi, 55, viaggiavano su un pullman che era nella zona durante l'assalto. A quanto si apprende sarebbe stata la stessa donna, dall'ospedale dove si trova con il marito, ferito più gravemente, a chiamare la sorella a Novara per rassicurarla sulle sue condizioni di salute.Il presidente Sergio Mattarella ha espresso la sua netta condanna per il gesto vile e odioso. "Esprimo, a nome mio personale e di tutto il popolo italiano, la più netta e ferma condanna per un gesto vile e odioso, commesso ai danni di persone inermi, in spregio alle più elementari norme di convivenza civile e rispetto della vita umana". "La mia solidarietà, in queste ore dolorose, va alle vittime e alle loro famiglie. Un pensiero particolare desidero rivolgere a tutti gli italiani rimasti coinvolti nei tragici fatti. Siamo vicini al popolo tunisino e alle sue istituzioni politiche - aggiunge il Capo dello Stato - che in questi anni hanno dimostrato di voler vivere in un Paese tollerante, aperto aldialogo e alla democrazia. Rimaniamo profondamente colpiti da ungesto di inaudita violenza che non può, e non deve, trovare spazio nel mondo contemporaneo. L'Italia non si farà intimorire da atti tanto barbari e continuerà a lavorare con determinazione, insieme alla comunità internazionale, contro ogni forma di terrorismo"."Il nostro pensiero va alle vittime e ai loro familiari e tutto il nostrosostegno al governo di Tunisi - ha dichiarato il premier Matteo Renzi -. Chi colpisce le istituzioni democratiche e la cultura colpisce tutti no". La Farnesina ha attivato una unità di crisi. "Un attacco senza precedenti al cuore della Tunisia", ha commentato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, sottolineando la "necessità di una risposta forte da parte di tutta la comunità internazionale". "La gravità politica è evidente - ha detto durante una conferenza stampa alla Farnesina - perché la Tunisia è stata in questi mesi il Paese della speranza, della speranza in un governo di coalizione, di un governo in cui moderati islamici e laicistessero insieme sotto la guida del presidente ed è contro questasperanza che si è scagliato l'attacco terroristico". Il capo della diplomazia italiana ha poi ribadito che "la nostra deve essere una reazione di fermezza, di vigilanza, di vicinanza a questo Paese colpito, oltre che di vicinanza naturalmente alle vittime e ai feriti". Un attacco di questo genere, ha affermato, "non può che rafforzare la nostra determinazione contro la minaccia terroristica e a sostegno di tutti coloro che anche con esperimenti avanzati come quello in Tunisia al terrorismo contrappongono la via della speranza e delle democrazia".