"Aiutateci a sapere come stanno e quando arriveranno a casa i nostri figli". Così l'avvocatessa Antonella Prete parla, a Roma presso la Camera dei deputati, a nome di 22 famiglie italiane che hanno adottato bambini nella Repubblica democratica del Congo e aspettano da quasi due anni di poterli abbracciare. Nel settembre del 2013 le autorità di Kinshasa hanno sospeso tutte le procedure di adozioni internazionali, a seguito della denuncia di "pesanti irregolarità" da parte del Dipartimento per l'emigrazione congolese. Da allora 130 famiglie italiane aspettano oltre 150 bambini: il tribunale di Kinshasa ha autorizzato le adozioni ma, a causa del blocco, ai piccoli viene rifiutato il visto per lasciare il Paese.
"Le irregolarità nelle procedure che hanno scatenato la vertenza non riguardano l'Italia che da sempre, su questo fronte, e' virtuosa - sottolinea Antonella Prete, mamma dal 2013 di due bambini di 4 e 6 anni, visti solo in fotografia - chiediamo innanzi tutto di sapere cosa si sta facendo per portare i nostri figli in Italia".
Con l'avvocatessa Prete altre 21 famiglie adottive sono venute a Roma, da tutta Italia, per chiedere aiuto e chiarezza, in una conferenza alla Camera dei deputati. In una nota scrivono: "In 22 mesi, sei email ricevute e un incontro presso la Commissione per le adozioni internazionali ci hanno messo di fronte solo alla necessità di pazientare, di doverci fidare, null'altro". Le famiglie si domandano: "Perché gli altri genitori stranieri coinvolti vengono informati con puntualità e periodicamente delle attività di trattativa in corso, mentre noi siamo costretti a un avvilente silenzio?". "Spero che il Governo, a cominciare dal presidente del Consiglio affronti quanto prima questa vicenda in tutte le sue problematiche - sottolinea il deputato di Forza Italia Cosimo Latronico che ha partecipato all'incontro - che sicuramente ci sono perché altrimenti non si spiegherebbe questo trascinarsi dei tempi".