Una grave ingiustizia che addirittura raddoppia. Un avviso fiscale che finisce con il suonare come una crudele presa in giro. Succede nel Cosentino, ma potrebbe capitare in qualsiasi altra parte d’Italia. Gli ingredienti sono purtroppo sempre quelli: inefficienza professionale e tecnica che diventa malasanità. E poi rigidità burocratica che prende forma di rapacità fiscale. Quando le vittime di questo gravissimo coacervo di ingiustizia sono, come nel caso di Catanzaro, tre bambini, il quadro si fa tanto fosco quanto insopportabile. A ancora di più se l’«errore umano» – che troppo spesso vuol dire professionalità vacillante e fragili conoscenze tecniche – si abbatte con tutte le sue conseguenze disastrose al momento del parto. Piccole vite ferite, storpiate, piegate da una scelta maldestra, forse da un momento di distrazione. Non sappiamo se i medici che hanno reso sordi e ciechi i bambini di questa vicenda abbiano pagato per il loro comportamento. Sappiamo però che i loro genitori, a cui il Tribunale ha riconosciuto il diritto di un risarcimento, non solo non hanno visto un euro, ma saranno costretti ad affrontare lunghe e complesse traversie legali per non versare le spese relative al mancato pagamento da parte dell’Asl. Malasanità e malaburocrazia. Quando uno Stato tratta così i suoi cittadini siamo davvero all’eclisse della civiltà.