L’intimidazione notturna e vile delle teste rasate contro la Caritas in 10 diocesi del Nord è parte di un più generale attacco alla Chiesa in atto da tempo su direttrici diverse e tristemente convergenti. È bene ricordare a questa sedicente "associazione culturale" di estrema destra che la Caritas non è movimento isolato, è organismo di tutta la comunità cristiana. In un momento così delicato, quando la deriva xenofoba diventa rischio concreto, gli squadristi passano dagli insulti su Internet e Facebook alle ingiurie di carta e cartone per tentare di imbavagliare chi vive il Vangelo accogliendo il povero italiano e straniero, chi tenta di costruire integrazione superando solitudini ed emarginazione. Dichiarare guerra alla Caritas con simboli di morte significa contrapporre una visione cieca e senza sbocchi a chi difende la vita, la pace, la dignità dell’uomo. Non va sottovalutato l’avvertimento ai volontari e agli operatori: "Sappiamo dove siete e chi siete". Lo abbiano chiaro pure quei politici che investono sulla paura. Bene ha fatto la diocesi di Reggio a replicare agli insulti citando il Vangelo di Luca. La forza imbattibile di chi sta in prima linea dalla parte di Dio e dell’uomo.