Dopo un interminabile prologo durante il quale più di un cittadino s’è chiesto se, alla fine, l’appuntamento di cui tanto si parlava si sarebbe realmente materializzato, Milano si sta ora accorgendo di cosa possa significare un evento di portata globale come Expo 2015. Appena oltre la periferia ovest della metropoli il gigantesco cantiere dell’area destinata a ospitare i padiglioni nazionali è un brulicare di ruspe e operai, un andirivieni di betoniere che lascia immaginare la vastità e l’ambizione del progetto. Ma il peso dell’appuntamento che attende Milano – e l’Italia – tra 15 mesi non si calcola in metri cubi di calcestruzzo, né è sufficiente a dar la misura dell’occasione che si prospetta il corposo elenco delle idee sinora sciorinate dagli organizzatori per dare visibilità a un tema suggestivo come «Nutrire il pianeta», scelto da Milano come carta rivelatasi vincente per piegare le candidature di altre città. La questione alimentare, infatti, è il crocevia nel quale convergono oggi alcune delle situazioni di crisi che più pesantemente ipotecano il futuro dell’umanità. Le risorse e la loro disponibilità, la distribuzione dei beni e la povertà, e poi le migrazioni, il cibo per tutti, le nuove coltivazioni, la sicurezza della nutrizione, la dignità umana, la famiglia e il lavoro, la giustizia e la stessa pace: il dossier Expo si fa sempre più corposo, lasciando intuire che dovrà essere l’uomo – l’«ecologia umana», come ha detto l’arcivescovo Angelo Scola – il grande protagonista dell’Esposizione universale. E se qualcuno a Milano – ma non solo – è ancora convinto di vedersi arrivare in casa poco più che una divertente fiera mondiale del cibo etnico, o un buon pretesto per ottenere nuove opere pubbliche, ha ora l’occasione di ricredersi, sentendosi personalmente interpellato dalla domanda epocale che sta dentro quel verbo così materno: "nutrire", che è assai più del semplice "sfamare". Ora che Caritas Internationalis con la voce stessa del suo presidente, cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, ha spiegato che parteciperà in forze a Expo per pungolare la coscienza del mondo, accompagnando l’esplicito impegno della Chiesa di Milano per mettere a fuoco le sfide aperte dall’evento, le carte che contano sono già sul tavolo. In quel cantiere alle porte della metropoli c’è una domanda che ci attende, e una parola da dire.