venerdì 20 aprile 2018
Sentenza interlocutoria del Tribunale di Chalons en-Champagne: un collegio di esperti dovrà riesaminare il quadro clinico e poi riferire ai magistrati
Vincent Lambert in un'immagine dal sito che sostiene la battaglia per tenerlo in vita

Vincent Lambert in un'immagine dal sito che sostiene la battaglia per tenerlo in vita

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«Il Tribunale amministrativo ha ritenuto necessario il ricorso a un esame d’esperti per determinare il quadro clinico del signor Vincent Lambert». Dopo una nuova giornata d’ansia, vissuta in Francia, l’attesa sentenza del foro di Chalons-en-Champagne, nell’Est transalpino, è giunta ieri sera, aprendo uno spiraglio di speranza, pur sottile, nel cuore di quanti si battono per salvare un figlio, un fratello, un amico, un conoscente, un simbolo del diritto alla vita sullo sfondo di una Francia in cui si moltiplicano le tentazioni anche politiche di una depenalizzazione dell’eutanasia.

I giudici amministrativi hanno dunque parzialmente ascoltato gli argomenti dei genitori di Vincent Lambert, il paziente tetraplegico 41enne ricoverato da un decennio in stato di coscienza minima, dopo un incidente stradale. Almeno provvisoriamente, l’Ospedale universitario di Reims non potrà mettere ad esecuzione la procedura medica collegiale che lo scorso 9 aprile aveva portato all’annuncio dell’imminente interruzione dell’idratazione-alimentazione per l’ex infermiere.

Occorreranno nuovi esami sullo stato clinico, spiegano i giudici, senza per questo pronunciarsi frontalmente contro la legittimità del protocollo medico, denunciato nelle ultime ore da una parte del mondo sanitario francese attraverso vibranti lettere aperte ed altre iniziative. Ma per il momento, quanto meno, è pienamente confermato il carattere sospensivo del ricorso presentato dai genitori, accanto a una sorella e a un fratello di Vincent. In altri termini, l’ospedale e in particolare il medico responsabile Vincent Sanchez, primario dell’unità di cure palliative, non avranno il diritto smettere d’idratare e alimentare il paziente, procedendo in parallelo ad una sedazione profonda e continua fino al decesso.

In ogni caso, si tratta solo di una tregua, come precisa la sentenza. Al termine dei nuovi esami, «le parti saranno di nuovo convocate in udienza dal Tribunale amministrativo allo scopo di deliberare definitivamente sulla richiesta». Gli esperti riuniti in collegio, puntualizza il foro, «dovranno anche dire, nell’ipotesi in cui venisse constatata un’evoluzione, se essa è positiva o negativa».

Il tribunale ha provvisoriamente rifiutato le altre richieste espresse dai genitori, come quella di trasferire Vincent in una struttura medica specializzata per i pazienti con pesanti handicap. In giornata, l’abbraccio corale a distanza dei sostenitori del paziente si è manifestato ancora una volta, continuando ad alimentare il crescendo internazionale degli ultimi giorni, in particolare dopo gli appelli del Papa. Sono ormai quasi 100mila i firmatari della petizione a favore dell’ex infermiere, grazie al sito Internet www.jesoutiensvincent.com curato dagli amici di Vincent, affiancati pure da personalità del mondo culturale e scientifico. Sempre ieri, è giunto anche un messaggio di monsignor Michel Aupetit, il nuovo arcivescovo di Parigi con un passato da medico. Il pastore ha sottolineato «la saggezza dell’analisi e della via raccomandata» dai 70 medici che avevano pubblicato giovedì un vibrante appello sul quotidiano Figaro per salvare Vincent.

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